venerdì 15 gennaio 2010

imprevisti ?

Stamane sono stata trattenuta da un imprevisto a casa un'ora in più; sono arrivata in ufficio un'ora dopo. In più, mi sentivo un po' stanca, sai quella stanchezza che non è prettamente fisica? Ecco, quella lì. Allora, anzichè montare sulla mia "verdina" (è l'affettuoso nomignolo che ho dato alla mia bici) ho usato l'auto. Ma sono sempre, perennemente in ritardo, quindi ... il traffico della nostra città, che non è per nulla comprensivo nei miei confronti, ha aiutato affinchè il mio già "strano" umore, prendesse un colore di molto simile al cielo di stamattina. "Take it easy", mi son detta e sono anche stata fortunata: trovato parcheggio senza troppo cercare, inserite le monete nel parchimetro, chiusa la macchina e.. via! inizio una veloce camminata perchè, ahimè, il tempo è sempre troppo poco, il parcheggio delle auto sempre troppo lontano dal luogo dove ci si deve recare, le lancette che sembrano accelerare il loro naturale ticchettìo apposta per farmi un dispetto. Volo verso le strisce pedonali, passando davanti, anzi, sotto alle finestre di un noto istituto casa di riposo per anziani e la tentazione mi gioca un brutto scherzo: impreco, al ricordo di Carmen, dei suoi 42 anni, della sua stupenda casa, studiata e voluta in ogni minimo particolare, dei suoi due bellissimi quanto piccolissimi figlioletti, non capendo fino in fondo a cosa "serva" che succedano certe disgrazie e guarda qua, invece... la vita che si allunga a dismisura... per chi, magari, ha già vissuto anche troppo.
E finchè scrivo mi rendo conto di quale bieco atteggiamento da "giudice" le mie parole  si stiano tingendo...
Finalmente raggiungo il passaggio zebrato e anche un po' sopraelevato - adesso le strisce pedonali sono tutte rialzate... e io, pur intuendo lo scopo dell'ingegnere che le ha così pensate, non posso evitare di maledirlo ogniqualvolta sono a percorrere una strada con serie infinite,o almeno così parrebbe, di questi "ostacoli"....
Ma ecco che, accanto a me, una persona è in procinto -anche lei- di attraversare la strada. E' una donna di minima statura, molto ben vestita, con il classico completino gonna/giacchina/cappellino tutto in tinta. Si muove piano piano... e io sono li. Non so perchè, comincio ad esitare, i miei passi rallentano, facendo finta di star facendo una passeggiatina domenicale; con la coda dell'occhio osservo lei, la nonnina, a che punto è dell'attraversamento e vedo che rimane indietro tanto da fermarsi alla seconda parte dell'attraversamento. L'auto sopraggiungeva alla mia destra e io, col mio passo, avrei potuto tranquillamente raggiungere l'altra sponda senza nessun problema, ma la mia nonnina era rimasta "intrappolata" alla fine del primo attraversamento così, mi fermo a metà della carreggiata, mi volto indietro e dico "Signora, prego, venga..." e, per la prima volta, il mio sguardo si posa sul suo volto: un viso stropicciato da mille rughe ma che, accortasi di me, si scioglie in un meraviglioso sorriso.  E' in quel momento che mi accorgo che sono io che devo avvicinarmi e così indietreggio e, mentre le porgo il mio braccio per aiutarla a guadare, le sussurro "Qui, hanno tutti cosi' tanta fretta!!" e una vocina sottile sottile mi risponde:"Eh si, grazie, grazie davvero, molto gentile..." .  E mi allontano, augurandole una buona giornata, mentre l'easyrider mi avrà mandato tante maledizioni quante ne avrà volute...   ma sorrido, col cuore gonfio e gli occhi appannati...

Qualcuno, ieri sera, mi suggeriva di smettere di brontolare e, invece del solito noioso borbottìo di monotone parole, presentarle a Lui, che è lì.  E io invece, cullavo i miei pensieri, che non erano ne' i suoi, ne' quelli delle altre persone li presenti. Erano solo i miei, miei e dell'acqua delle nozze di Cana.

Una goccia, Signore. Soltanto questo, voglio essere. Una goccia Ti basta per battezzare, benedire, purificare, trasformare, rigenerare, ma la devo mettere io; senza l'acqua, Tu , che sei l'Onnipotente, non puoi esprimere la Tua Potenza: Tu, nonostante tutto, vuoi che io ci metta del mio. E me ne offri ogni momento un'occasione. Grazie, Signore. E scusami, se non sempre mi accorgo che vuoi che sia acqua perchè Tu possa compiere miracoli.

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