sabato 23 gennaio 2010

Presunzione e adulazione

Si,  presunzione e adulazione.

Ho sempre combattuto contro queste due "parole"che sono tutt'altro che un insieme di lettere...

Ieri sera, riponendo il cappotto nell'armadio, ho ricordato di avere nella tasca il cellulare, allora immediatamente, l 'ho estratto e mi sono accorta di aver ricevuto,qualche ora prima,  un sms. Preferisco non riportare il testo qui, il senso è un altro, e sta nel fatto che mi ha spiazzata: era da tempo che non mi capitava di riceverne di questo tipo e, quando accade, arriva la fase uno: è come se mi riempissi di elio ed iniziassi un volo che stacca i miei piedi da terra e la sensazione che ne consegue è così inebriante che gira la testa. In seguito, gli occhi si gonfiano di lacrime. Fase due : affiorano pensieri del tipo "No, non è vero, io non sono così, non mi merito tutti questi salamelecchi,  macchè brava e brava, che cavolo di persona meravigliosa e via discorrendo! Io sono "poca cosa", non degna"... Sopraggiunge la fase  tre :  il terrore avvinghia il cuore, "perchè avrà detto così? cosa vorrà ottenere da me?" ....   Infine, la fase quattro, che è la gemella della tre: un grandissimo punto di domanda. Che svuota tutto.

E tutto questo accade giust'appunto un giorno dopo aver riflettuto su una certa Parola.

E su quante volte, nel trascorrere dei miei giorni, io non abbia il coraggio di "lasciarmi prendere in braccio". Avevo, forse, tredic'anni quando, la mia migliore amica, mi raccontò quella storiella - che poi scoprii con il tempo, fosse abbastanza conosciuta - dell'uomo e delle orme nella sabbia. In quell'occasione, Evelyn mi stava consolando perchè, per la prima volta nella vita, stavo ammettendo che mia madre mi mancava un botto. E, devo dire, a quei tempi ero proprio distante da quegli strani discorsi sulla fede... malgrado ciò, quella storiella mi fece sentire, come non mai, compresa. Mi fece capire cosa significhi la "com-passione". E', forse, da quel momento che iniziò la mia ricerca.
“Ho sognato che camminavo in riva al mare con il Signore
e rivedevo sullo schermo del cielo tutti i giorni della mia vita passata.
E per ogni giorno trascorso apparivano sulla sabbia due orme:
le mie e quelle del Signore.
Ma in alcuni tratti ho visto un sola orma.
Proprio nei giorni più difficili della mia vita.
Allora ho detto: “Signore, io ho scelto di vivere con te
e tu mi avevi promesso che saresti stato sempre con me.
Perché mi hai lasciato solo proprio nei momenti difficili?
E lui mi ha risposto: “Figlio, tu lo sai che ti amo
e non ti ho abbandonato mai:
i giorni nei quali c’è soltanto un’orma nella sabbia
sono proprio quelli in cui ti ho portato in braccio”.



Il gesto di alzare le braccia,  mi è suggerito sia altresì il gesto dell'offerta, è anche il gesto che, nonostante la ridotta capacità di linguaggio, i bambini in tenera età usano per comunicare il desiderio di essere presi in braccio. Io considero i bambini, specie quelli più piccoli, dei veri guerrieri coraggiosi, detentori di molte verità. E io vorrei avere il loro coraggio, quel desiderio di af-fidarsi (fidarsi di) . Non sempre ne sono capace, non sempre lascio da parte la mia presunzione di bastare a me stessa.

Ma è anche vero che, questo affidarsi non passivo, richiede che io faccia la mia parte... quel percorso nella sabbia, per almeno una parte, lo percorro anche con le mie gambe: la mia fatica è indispensabile e ineludibile, ma ha una direzione, se lo permetto, solo se io Glielo permetto.
Chissà che in questo andare, a volte sulla sabbia - è faticosissimo camminare sulla sabbia!-,  a volte nell'acqua - anche l'acqua non scherza! - , a volte in autostrada - velocissimo!-  la mia vita, pur nell'alternanza dei ritmi, possa portare ed essere frutto, quando "orientata verso".  Mi piace tenere stretto al cuore il mio carissimo Francesco, sotto il cui patrocinio ho consacrato il mio matrimonio, che nella semplicità, è testimone senza paragoni, di lietezza, gioia, amore, umiltà, meraviglia e stupore.

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