martedì 20 aprile 2010

Mi domando se anche al cuore vengono i "calli"....

Sono giorni che il mio piede destro reclama attenzioni.
Ho deciso, andrò a controllarlo, appena ho un attimo di tempo. Eh si, tutti dicono che i piedi siano fondamentali -c'è tutta una branca della medicina cinese al riguardo- .
E cosa non lo è di questa complessa macchina qual'è il nostro corpo!
Se  ho mal di testa, mi lamento che non riesco a concentrarmi; se ho mal di denti, sbuffo alla ricerca di lenire il dolore, e via discorrendo: ogni "pezzo" è indispensabile all'altro e contribuisce all'armonioso prosieguo della vita. Questa frase mi sta parlando, ora. E mi sussurra parole che non vorrei sentire, il cui volume è quasi assordante. Si, come in altre, tante, occasioni.

Anche le esperienze più dolorose sono parte della vita. Mi trovo a  pensare se, allora, la vita può essere degna di esser vissuta, se si cerca di tenere lontano il dolore... e mi torna in mente quella notizia del telegiornale della scorsa settimana, di quella madre e quei nonni malati di troppo amore, così soffocante che ha impedito al proprio figlio e nipote, di crescere e reso incapace di rapportarsi con i coetanei e col mondo esterno, di giocare, di correre, di amare... di vivere.
O di quell'intervista  a cui ieri ho assistito: una coppia che, volutamente, vive in due case diverse e, sempre volutamente, non ha messo al mondo alcun figlio per timore che questi venisse a mancare prima di loro e quindi di soffrire l'inimmaginabile...
E quella mia frase di giovedì scorso : "il Coraggio dell'Amore".

Che strani siamo... complicati, complessi... a volte mi viene da pensare "troppo liberi" di sbagliare. Eppure anche questa Libertà Suprema, è Amore.

Chissà se le esperienze aiutano a rendere il mio cuore più elastico, di fronte a situazioni simili, o più duro, più calloso...  Certo, sarebbe fantastico avvenisse sempre e solo la prima delle due. L'indurimento, sclerotizzazione, è anche un sistema di difesa, una strategia. Ma è probabile che ogni tanto, quando me ne accorgo, sia il caso di pormi una riflessione in più : da chi, o da cosa mi sto difendendo. Se è da quella terribile, angosciante, divoratrice paura di soffrire, devo stare più attenta. Non sempre ciò che a prima vista pare pericoloso, lo è realmente.  "Lo que no mata engorda", dicono i miei amici di hablahispana.
Spesso è anche una sorta di pigrizia mentale, accorpare esperienze e catalogarle nel "da ripetere" e nel "da evitare", senza pensarci troppo su.
Due giorni fà cercavo di rincuorare una persona, con la quale inizio a condividere un pezzetto di percorso.
E mi riconoscevo a fatica nelle parole che sapevo esprimerle e che, tuttosommato, hanno anche sortito un ottimo effetto consolante, nel suo stato d'animo.  Ma rimasi piacevolmente sorpresa dalla tenerezza che suscitava in me l'accorgermi di quanto di mio stavo vedendo in lei. Tanto di me, qualche anno fa.  Si, è tangibile: ciò che più detestiamo nell'altro è la parte di noi stessi che ci ricorda e che, nell'altro, fatichiamo a concederne sincero perdono mentre, a noi stessi, dispensiamo con abbondante clemenza.

Allora oggi, che finalmente riesco a sentire la primavera dentro e fuori di me, vorrei esprimere questo desiderio : Cuore, non indurire !  e se di questo dovessi accorgermi, allora vorrei trovare il coraggio di cercare quel balsamo che lenisce e rigenera la morbidezza originaria.
Ci siam capiti ?    ; ) !!!  Davvero, buona settimana, mondo, nonostante la piccolezza delle nostre vite, e la grandezza della natura ! A proposito di vulcani....


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