giovedì 9 dicembre 2010

Come ogni lunedì e ogni giovedì, ho fatto la spesa per il nonno. Da qualche anno mio suocero è rimasto vedovo e, alla sera, si "arrangia" con dell'affettato che gli compro, fresco, per tre quattro giorni.
Facendo la strada verso il supermercato osservavo le case, traboccanti di luci colorate. Chi non le ha appese a qualche ramoscello in giardino, le esibisce nei cornicioni delle terrazze, dei balconi. Persino alcune finestre e alcune pareti esterne, scintillano. 
Luci.  A rischiarare il buio.
Ci sarà pure un interruttore generale anche per dentro?!  Sento un po' di buio... E chi mi conosce, sa quanto io abbia paura del buio...

"Adesso basta! Ti chiudo in macchina se ti addormenti, Anna!"
E Anna, piagnucolando: "Ma tu non urlarmi piùùùù!....me lo devi promettereeee!"
Questo è il dialogo che, più di tutti, oggi, mi ha fatto sorridere.
Pochi minuti fa, una mamma parcheggiava nei pressi del supermercato del quartiere e, scendendo dalla macchina, rimproverava la figlia, una piccola bimba bionda, presumo sui cinque anni.
In seguito, all'interno del supermercato, Anna ne ha combinato un po' di tutti i colori; si nascondeva dietro agli espositori, correva via come una saetta...

Sto guidando il mio veicolo/vita. Dipendendo dal tragitto, spesso sfido le leggi della fisica, con la mia superutilitaria... Mi fermo ai rossi, accelero ai gialli, curvo al limite dello scarrucolamento e i poveri passeggeri, con mosse degne di Tom il gatto, si aggrappano ai maniglioni, sai, quelli sopra i finestrini.  Lo ammetto, spesso sono scontrosa, penso di avere il lecito diritto di rivendicare chissà quale diritto leso. Salvo poi rendermi conto che l'offesa non era stata percepita tale, pertanto nemmeno consapevole...
Poi, magari, mi accorgo che, sempre nel veicolo/vita, durante la corsa, il mio Passeggero si addormenti ... E allora gli urlo: "Ehy tu!!! Che fai, dormi??? Eh no, eh? Io son qua, ho bisogno di te..." . E, chissà quante volte Lui mi ha risposto: "Ma tu non urlarmi piùùùù!....me lo devi promettereeee" .   Già.

Il mio è un Dio che richiede e da Pazienza. E' un Dio che odia gli urlatori e ama i senza voce. E' un Dio che veglia e chiede veglia. Un Dio-che-Viene e chiede di venire da Lui. Un Dio che ti prende in braccio e chiede di essere preso tra le braccia.
Come un bambino. Aspetta le coccole che, molte volte, non Gli do.
E' un Bambino. Che viene. Tra poco. Solo se lo lascio arrivare, nel mio cuore.






Nessun commento: