venerdì 18 marzo 2011

plasmare


Il Signore Dio plasmò l'uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l'uomo divenne un essere vivente.

Ogni mattina quando, in sella alla mia bici, mi dirigo verso l'ufficio parto sempre con una canzone che risuona nella mente e che canticchio, sussurro; mi viene da ringraziare il Fato, nel mio caso fortemente il Signore, chè aveva inventato il walkman/lettoremp3 quando ancora non sapevamo nemmeno di essere al mondo, nel momento in cui ha infuso in noi la mente pensante.
 
Quel verbo "plasmare", mi piace un sacco. Ho avuto la fortuna,pochi giorni fa, di ascoltare qualcuno che mi suggeriva una scena che mi ha colpito molto: un panettiere, che impasta il pane.
 -devo ammettere che anch'io, spesso, faccio il pane, in casa, soprattutto la domenica e adoro il suo profumo che si espande per tutte le stanze -.
L'impasto sporca le mani del panettiere. Tra le sue dita, resta sempre un po' di impasto. Ma è vicendevole. Anche nell'impasto, resteranno, indelebili, per sempre, le impronte del panettiere.

Domani sarà San Giuseppe.
A me questo Santo piace tantissimo. Da piccolina, questa data era legata alla Festa del Papà, e io adoravo la festa del papà! molto meglio di quella della mamma, che da presto ho dovuto evitare strategicamente.
Così, quella del Papà, era la migliore occasione per dar sfogo alle mie doti "artistiche", specialmente alle elementari.
Da grande, ho imparato ad apprezzare la figura di San Giuseppe. C'è un bellissimo libro, "L'ombra del Padre", che mi ha aiutata a scorgere un suo profilo, a cui mai avevo pensato.
Qualche giorno fa cercavo disperatamente nella rubrica del mio cellulare un numero grazie al quale avrei dovuto disdettare un appuntamento. La persona che cercavo, avrebbe dovuto essere sotto la lettera P.
La prima voce che mi apparve sotto quella lettera era "Papà".  Pervasa e anche un po' schiacciata da un senso di nostalgia che avevo creduto di aver dimenticato, ho cliccato su "visualizza" e..si... era proprio il suo numero di cellulare.
Ricordo di essere rimasta lì, ad interrogare il display, per alcuni minuti. Tanti, tantissmi rimpianti. Tutti insieme, nel display. Troppo tardi, ora.
Poi, sorridendo, ho pensato che sarebbe meraviglioso poter anche solo inviare un sms, dove ora è lui.
Sono comunque convinta che tutto l'amore che sento, non vada perduto.   E voglio credere che tutti i miei rimproveri, discussioni e incomprensioni ma anche tutti gli abbracci e i baci che mi avanzano - che non ho dato- lui li senta. E un giorno, un giorno ne riparleremo, papi. Buona festa del Papà.  Buon onomastico.TVB.



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