mercoledì 27 aprile 2011

I papaveri ci sono ancora. Anzi, ora sono tre.

Questa volta, quest'anno, per vari motivi, del tutto personali, ma del tutto estranei alla mia volontà - malgrado il parere di Luisa, la quale asserisce che ci ferisce ciò che noi lasciamo ci ferisca - mi pare che sia solo e continuamente Quaresima. Tanto che sono stata più volte in procinto di cambiare il mio status facebook in :"non può essere Quaresima per sempre"...
Come se, proprio per un dispetto di chi sa chi, dopo Pasqua tutto sia precipitato.
Eppure ci pensavo, mi dicevo "Milly, prima o poi doveva capitare"... ma quando capita, è solo una lunga, difficile, solitaria salita.
E oggi, in particolare, brucia di più.
Si chiama "incomprensione", "incomunicabilità", "stanchezza".... che ne so...
Spesso mi preoccupa più la felicità dell'altro che trovo senso nel rinunciare alla mia, per vedere gioire il volto e l'anima altrui; esattamente per questo stesso motivo, quando non giunge il traguardo della gioia altrui, le mie rinuncie diventano ustioni che bruciano e lasciano per giorni e giorni una cicatrice che solo il tempo può lenire e, chissà, forse, curare.
Diventa sempre più insopportabile essere spettatori di conflitti, tantopiù quando se ne è i protagonisti.

Ma, Milly, non può essere Quaresima per sempre.

"E lo riconobbero allo spezzare del pane"

Mi chiedo se anche io sono "riconoscibile" attraverso i miei semplici e goffi gesti.

Vorrei che questo mio cuore spezzato, come il pane, potesse rendere più docile il mio animo a ciò che di vero e importante c'è nel mio vissuto.




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