domenica 7 agosto 2011

"Siamo in un discreto pasticcio, Sonny"

Sono felice di esserci arrivata; è un traguardo di cui ho dubitato l'arrivo...
A fine anno, a Natale o/e in  qualche altra occasione, costumiamo proporre a noi stessi noiosi seppur importanti bilanci. Quest'anno non ne farò. Ho deciso che va bene così, che ogni giorno è una verifica, forse ogni ora, se vivo appieno. Con la testa attaccata al collo e il cuore in mano,  stando bene attenta a che la prima non finisca troppo spesso tra le nuvole e il secondo non scivoli o rimanga stritolato... alla fine ha ragione la zia Delfina: se non vuoi bene a te stessa non potrai volerne nemmeno ad altri, non per egoismo ma per sopravvivenza e per sovrabbondanza.

"Siamo in un discreto pasticcio, Sonny" - una battuta di un personaggio dei cartoni, ma sento mi calzi davvero molto bene.
L'importante è sempre, malgrado la propria congenita goffaggine, tentare  di abbozzare un "equilibrio" tra le varie componenti; ne' troppe nuvole/ne' troppa terra, ne' troppa miseria/ne' troppa ricchezza... mah, lo vedi che  è un discreto pasticcio?

Eppur si muove, diceva qualcuno. Eppur mi piace, aggiungo io. Malgrado tutto.

Patrizia mi conferma, sorridendo:"Eh...i primi quarant'anni! i quaranta sono i più belli; poi a cinquanta ti dicono che la vita inizia adesso... poi a sessanta che te si' in gambissima... insomma..." . Già, perchè la vita è stupenda, una sfida continua alle proprie capacità, un perpetuo allenamento per tirare fuori anche quelle che non hai, un incoraggiamento quando scopri di riuscirci  così, come sei.

E non sempre è necessario un vento impetuoso e gagliardo da spaccare i monti e spezzare le rocce,  un terremoto o un fuoco... la straordinarietà sta nel sussurro di una brezza leggera e nel riconoscere in essa ciò che è straordinario, cioè fuori dall'ordinarietà dei nostri giorni ma  intriso di quotidianità.
Mi piace, la prima Lettura di oggi. Lo ritengo un messaggio che qui, ora, mi parla e  mi scalda un cuore che, pur nell' afa estiva, spesso si sente infreddolito.



Dal primo libro dei Re

In quei giorni, Elia, [essendo giunto al monte di Dio, l'Oreb], entrò in una caverna per passarvi la notte, quand'ecco gli fu rivolta la parola del Signore in questi termini: «Esci e fèrmati sul monte alla presenza del Signore».
Ed ecco che il Signore passò. Ci fu un vento impetuoso e gagliardo da spaccare i monti e spezzare le rocce davanti al Signore, ma il Signore non era nel vento. Dopo il vento, un terremoto, ma il Signore non era nel terremoto. Dopo il terremoto, un fuoco, ma il Signore non era nel fuoco. Dopo il fuoco, il sussurro di una brezza leggera. Come l'udì, Elia si coprì il volto con il mantello, uscì e si fermò all'ingresso della caverna.
Trovo che riscoprire un senso al vissuto dia davvero la svolta alle nostre vite e ognuno lo fa secondo quanto può essere più consono al proprio essere. Scorgo che, come credente mi dia una grande mano la scrittura. E come Paolo, nella seconda lettura, esprime quanto sarebbe bello  anche a costo della propria vita, far comprendere agli altri la bellezza del messaggio di Cristo, anche io senza cercare martirio - che già un taglio autenticamente cristiano offre giorno per giorno - (e mi riferisco al fatto che nel mio tempo essere cristiani è inversamente proporzionale allo stile di vita proposto)  vorrei trasmettere un po' di quella serenità, luce, magari anche gioia che ho ricevuto.

Nei consueti ragionamenti da Homo Tecnologicus, la mia razza, del mio tempo, è necessario "quel" gesto, non uno qualsiasi. Mi spiego. Quando metto una camicia bianca, fresca di bucato e di stiratura, se noto una macchiolina la camicia scompare: diventa tutta e solo "macchia".  Ti capita?
Molto spesso è per me più semplice notare quando qualcosa va male, o va storto o è sporco, il pulito nemmeno lo computo. La stessa cosa per le cose positive; è solo quando accade il non "normale" che mi accorgo che non c'è più il "normale"...  il buon vecchio "non  sai ciò che hai finche non lo perdi"...
Ecco, vedo quanto mi faccia bene allenarmi al "buono". E capire che quello che è buono per me, non sempre è un "miracolo"; non necessariamente debbo poter "camminare sulle acque", sperare nel "prodigio" per apprezzare la vita.


Mt 14,22-33 Dopo che la folla ebbe mangiato, subito Gesù costrinse i discepoli a salire sulla barca e a precederlo sull'altra riva, finché non avesse congedato la folla. Congedata la folla, salì sul monte, in disparte, a pregare. Venuta la sera, egli se ne stava lassù, da solo.
La barca intanto distava già molte miglia da terra ed era agitata dalle onde: il vento infatti era contrario. Sul finire della notte egli andò verso di loro camminando sul mare. Vedendolo camminare sul mare, i discepoli furono sconvolti e dissero: «È un fantasma!» e gridarono dalla paura. Ma subito Gesù parlò loro dicendo: «Coraggio, sono io, non abbiate paura!».
Pietro allora gli rispose: «Signore, se sei tu, comandami di venire verso di te sulle acque». Ed egli disse: «Vieni!». Pietro scese dalla barca, si mise a camminare sulle acque e andò verso Gesù. Ma, vedendo che il vento era forte, s'impaurì e, cominciando ad affondare, gridò: «Signore, salvami!». E subito Gesù tese la mano, lo afferrò e gli disse: «Uomo di poca fede, perché hai dubitato?».
Appena saliti sulla barca, il vento cessò. Quelli che erano sulla barca si prostrarono davanti a lui, dicendo: «Davvero tu sei Figlio di Dio!».

Una volta ancora il Vangelo mi insegna che, nella mia poca fede, sono  tranquilla. Perchè, se loro, che hanno visto e hanno vissuto, spesso non credevano all'incredibile - forse perchè troppo sconvolgentemente meraviglioso - allora, nel mio piccolo, ho sempre un buon margine di miglioramento !

Felice Domenica e buona settimana !

2 commenti:

carmen ha detto...

Se dici che la vita inizia adesso...anch'io ho un buon margine di miglioramento!!!!!!!!!!!!

AUGURI A NOI!!!!!!!!!!!

carmela

milly ha detto...

Auguriiiiiiii Carmelaaaaa !!! un forte abbraccio anche a te !