venerdì 3 febbraio 2012

Non sempre è colpa di chi ascolta.

Primo momento. Scansione.
Stamattina sotto la doccia, per prepararmi ad affrontare questa nuova giornata stavo pensando all'importanza dei "ruoli".
Nella mia vita, come penso anche nella tua, a volte confondo il "ruolo" con la persona stessa...
ciò mi porta ad attribuire molto spesso qualità o difetti, dipendendo, appunto,dal ruolo stesso, a questa o quella persona, in base alle mie aspettative.
Ritengo molto impegnativo non farlo,eppure, in ogni caso, strettamente indispensabile.

Mi imbatto in quest'affermazione:
"La maggior parte delle persone crede di pensare, mentre in realtà organizza semplicemente i propri pregiudizi."  E così entra nella mia vita anche William James. Ma questa è un'altra storia.

Secondo momento.
Oggi pomeriggio Luca ed io siamo stati al funerale di una sua zia. 
Il vento e il freddo  hanno reso tutto un po' più pesante. Ogni tanto,poi, la stanchezza aveva la meglio e lottavo contro il desiderio delle mie palpebre,che parevano mosse da volontà propria, di dare tregua ai miei stanchi occhi.
Al termine, ci siamo avvicinati ai familiari più vicini, al marito e alle figlie, che io non conoscevo di persona. Monica, una di queste, ha saluto con molto affetto Luca, con un sguardo molto dolce e, mentre lo osservava, diceva :" il mio caro cugino... da quanto tempo non ci vediamo... " e poi :" ho perso una mamma che, per me, era una vera amica.".

Già...

Non so perchè lo racconto, perchè ne parlo...


Terzo momento.
Penso alle parole del sacerdote che parlava della morte come di un "trasloco" ...  certamente son parole che scaldano il cuore, pur nella condizione di sofferenza di questi momenti.
Credo  dovrei stare attenta alle parole che accompagnano il mio esistere.  L'altra sera, ad esempio, pronunciavo la parola "gelosia" in un contesto nel quale, alle orecchie di qualcuno che ascoltava, è suonata come una "profanazione", eppure non era il reale significato che io attribuivo a quel sostantivo.  Ma non vi era ne' il tempo e ne' le circostanze opportune per chiarirlo.


Devo apprendere ad esser più efficace perchè non sempre riesco a farmi capire e, soprattutto, non sempre è colpa di chi ascolta.

Un po' come nella lettura di oggi...

"Per questo Erodìade lo odiava e voleva farlo uccidere, ma non poteva, perché Erode temeva Giovanni, sapendolo uomo giusto e santo, e vigilava su di lui; nell'ascoltarlo restava molto perplesso, tuttavia lo ascoltava volentieri.". 















2 commenti:

Danila ha detto...

Non so perchè lo racconto, perchè ne parlo...
...invece credo che il tuo cuore lo sappia!

Le parole seguono il cuore, la sensibilità, la vita di una persona e quindi non sempre vengono comprese da chi non conosce chi le pronuncia.

millydilorenzo.blogspot.it ha detto...

Grazie Danila, di cuore!
A proposito : per la prossima, mi è dispiaciuto vederti tornare da sola... ti do un passaggio, ok ? Il buio, il freddo... volentierissimo ! ^_^ notte