sabato 17 marzo 2012

Da sempre, ho paura del buio.

Dentro casa, fuori casa.

Boh... dev'essere un retaggio antico quanto.... me ! 
Non  ho passato molto tempo con mia madre ma, quando era a casa, non la mollavo un secondo. Tranne quella volta che mi addormentai e, per non farmi svegliare, una serata con ospiti, aveva chiuso la porta della stanza da letto senza lasciare le fessure alle persiane: fu fatale! qualcosa mi fece interrompere il sonno e, non appena mi accorsi di essere sola, al buio, l'angoscia prese il sopravvento e iniziai a piangere, scesi dal letto, cercai disperatamente la maledetta maniglia della porta per uscire dalla camera ma... niente!  Il babau mi stava per mangiare...terribile sensazione.

Oggi, non abbasso mai le persiane del tutto. E' necessario lasciare delle fessure, affinche la luce entri; il resto, va da se': l'occhio si abitua e, sebbene in penombra, ogni cosa riprende la forma propria.
A volte penso alle persone prive della vista...
Non mi sarei mai accorta del buio se non avessi conosciuto la luce. No?

Se per ottenere un antidoto ci vuole un po' di veleno, allora anche la mia vita, è un po' così.
Fatico ad accettare i miei lati oscuri e questo è sbagliato.
E' nella notte che Nicodemo va dal Maestro.
Per vergogna? forse.  Per timore di rivelare a se stesso chi è in verità? anche. Per insonnia? chissà...
Però cerca. Cerca...
E, alla fine, trova un po di lume (luce?).
Non so per quale motivo ma mi ha sempre colpito quella frase che dice più o meno così : pronti a dare sempre ragione della speranza che è in voi, credo sia di Pietro...
Tutto questo mi aiuta a capire, pur sforzandomi di usare il cuore in cui abito, che è necessario che io impari a guardare in faccia le mie debolezze perchè queste diventino "amiche" . Perchè anche loro fanno parte di me.
Quando studiavo, anni fa, i rettili per una tesina di biologia, imparai che per ottenere un antidoto, è necessario sempre un po' di veleno. Quando poi divenni madre, al momento delle necessarie vaccinazioni obbligatorie, mi accorsi che un po' di virus attenuato era ingrediente necessario nella composizione delle stesse.

Luce per me, spesso, significa "comprensione".comprendere = com-prehendere, ovvero, prendere "insieme", meglio, mettere insieme, unire, ma anche "contenere in sè". Un po' come infilare una collana di perline, una ad una, per ammirare poi l'intera creazione, o disfarla per rimettere in ordine di colore, misura, alternanza....

Ieri, Massimo, parlava della differenza tra Verita' e constatazione. Un passaggio davvero sottile... che ho gradito molto.

Non ci è dato di essere graditi a tutti.  Fa parte della "diversità": per piacere ad ogni persona, dovremmo essere tutti uguali. Invece, ostinatamente, siamo diversi.
E' il bello della Vita. E io ne sono felice.



Il Vangelo di domani è :

Giovanni 3, 14-21


In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo:


«Come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna.


Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio.


E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno amato più le tenebre che la luce, perché le loro opere erano malvagie. Chiunque infatti fa il male, odia la luce, e non viene alla luce perché le sue opere non vengano riprovate. Invece chi fa la verità viene verso la luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio».




















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