martedì 13 marzo 2012



“Dio modellò il mondo davanti a sé, ma esso non stava ritto fino a che non creò il perdono”.
- Rabbi Eliezer


Che cosa realmente è il perdono?
Molte volte ci penso, ci ho pensato in passato e tuttora,quando mi si presenta l'occasione, tento di balbettare una "definizione".
Ma ... come definire una cosa "indefinibile"?

Il Vangelo mi parla, oggi, di perdono.
E già il fatto che gli apostoli stessi fatichino a comprenderlo mi rincuora un po'....

Credo di non essere perfetta. E' forse questo che mi fa essere "passibile" di perdono?
...Forse si...

Qualche sera fa condividevo il mio "grazie" con altre persone; ringraziavo, perchè, fortunatamente, ho un Tempo. Si, un tempo mi è dato, mi è donato.
Così, è necessario che io comprenda che, se sbaglio strada, se scambio un percorso per una scorrciatoia, se vivacchio invece di vivere, ho la possibilità di "ricredermi" e convertire il senso di marcia.  Perchè, allora, non dare questa possibilità a gli altri? Con quale diritto negarla agli altri?

E' il cuore che necessariamente è imprescindibile. Non solo la mente.

Perdonami perchè non sempre ho la volontà di lasciare anche agli altri un po' di posto nella Tua Misericordia e, spesso, la vorrei tutta e solo per me. Ti ringrazio chè mi hai fatta proprio così: devo solo allenarmi ad imparare Chi sono realmente; giorno per giorno, chè il mio cuore sia nel mio sguardo- per cambiare il modo di osservare la vita che mi doni - nella mia bocca - per imparare ad avere parole di conforto -  nelle mie mani - chè siano meno pronte a colpire e più spinte ad accogliere e carezzare - nei miei piedi - callosi e poco sensibili al cammino che piano piano mi presenti.


+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Pietro si avvicinò a Gesù e gli disse: «Signore, se il mio fratello commette colpe contro di me, quante volte dovrò perdonargli? Fino a sette volte?». E Gesù gli rispose: «Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette.
Per questo, il regno dei cieli è simile a un re che volle regolare i conti con i suoi servi. Aveva cominciato a regolare i conti, quando gli fu presentato un tale che gli doveva diecimila talenti. Poiché costui non era in grado di restituire, il padrone ordinò che fosse venduto lui con la moglie, i figli e quanto possedeva, e così saldasse il debito. Allora il servo, prostrato a terra, lo supplicava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò ogni cosa”. Il padrone ebbe compassione di quel servo, lo lasciò andare e gli condonò il debito.
Appena uscito, quel servo trovò uno dei suoi compagni, che gli doveva cento denari. Lo prese per il collo e lo soffocava, dicendo: “Restituisci quello che devi!”. Il suo compagno, prostrato a terra, lo pregava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò”. Ma egli non volle, andò e lo fece gettare in prigione, fino a che non avesse pagato il debito.
Visto quello che accadeva, i suoi compagni furono molto dispiaciuti e andarono a riferire al loro padrone tutto l’accaduto. Allora il padrone fece chiamare quell’uomo e gli disse: “Servo malvagio, io ti ho condonato tutto quel debito perché tu mi hai pregato. Non dovevi anche tu aver pietà del tuo compagno, così come io ho avuto pietà di te?”. Sdegnato, il padrone lo diede in mano agli aguzzini, finché non avesse restituito tutto il dovuto.
Così anche il Padre mio celeste farà con voi se non perdonerete di cuore, ciascuno al proprio fratello».

Parola del Signore

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