mercoledì 14 marzo 2012

Ogni casa  che si rispetti ha più di una stanza.
C'è il salotto, dove un bel divano la fa da padrone ed accoglie affettuosamente gli ospiti perchè stiano comodi, con un grande tappeto davanti, di lana spessa, morbido, e qualche cuscinone sparso per chi, come me, preferisce sedersi per terra.
C'è la cucina, calda, accogliente, ove trovare cose buone da gustare e rifocillarsi, prepararsi tisane, caffe, orzo...
Il bagno, grande, spazioso, ove profumarsi una volta mondi, ripuliti dallo smog che ci assale, dalla polvere... ove riversare anche ciò che non serve più, materia inutile alla costruzione di noi stessi.
Infine c'è la stanza da letto ove, tra le altre cose, chiaccherare, scaldarsi sotto il piumone d'inverno, assaporare l'amore, sentirsi al riparo quando fuori la pioggia batte alle finestre e il vento sembrerebbe voler impertinentemente sfondare le persiane...
Poi ci sono le stanze accessorie; sono quelle che, se ci sono, servono... se non ci sono mancano...
Taverna e soffitta, sono alcune di queste; ma anche ripostiglio e disimpegno.
Ogni tanto vi cerchi rifugio, nell'una o nell'altra, dipende...

Abitando il mio cuore, ci sono stanze che non vorrei mai aprire. Sono quelle del dolore. Perchè non vi è grido  che possa esprimere un dolore profondo... esso stesso ti lascia senza voce.
A volte passano anni, senza che possa aprire la porta di quelle stanze, perchè la chiave l'avevo buttata troppo tempo prima. 
Di tanto in tanto, ricordo in quale cassetto le avevo riposte ed, al momento giusto, vado, prendo la  chiave assieme a tutto il coraggio di una vita, ed apro.
Trovo, all'interno, molto disordine, nonostante l'ultima volta avessi io stessa messo a posto: da qualche spiffero di sotto la porta, il vento è entrato e ha rivoltato tutto cio' che in essa era ripiegato: ogni cosa è volata via, in attesa che io tornassi, e, dolcemente, lentamente, raccogliessi pezzo per pezzo, uno ad uno, ogni cosa.

Così, con le lacrime agli occhi, il cuore sgomento, il respiro singhiozzante, eccomi qui, di nuovo.

La morte è inevitabile. Ogni volta la maledico. E ogni volta le stringo la mano, come la buona educazione insegna si faccia con i conoscenti che si rivedono: non un abbraccio, solo un abbozzo di sorriso ed una stretta formale di mano.
Non so se odiarti, morte, non meriti nemmeno la m maiuscola.
Forse dovrei amarti, in fin dei conti sei l'unica certezza in una vita.Sei il portale.
Ma per te non provo niente, proprio niente. So solo che non avrai MAI l'ultima parola. MAI.

E a voi, amici, chiedo perdono per questo mio sfogo inutile e vi lascio una poesia che,oggi, mi è davvero cara.



Sulla morte, senza esagerare
Non s'intende di scherzi,
stelle, ponti,
tessitura, miniere, lavoro dei campi,
costruzione di navi e cottura di dolci.
Quando conversiamo del domani
intromette la sua ultima parola
a sproposito.
Non sa fare neppure ciò
che attiene al suo mestiere:
né scavare una fossa,
né mettere insieme una bara,
né rassettare il disordine che lascia.
Occupata a uccidere,
lo fa in modo maldestro,
senza metodo né abilità.
Come se con ognuno di noi stesse imparando.
Vada per i trionfi,
ma quante disfatte,
colpi a vuoto
e tentativi ripetuti da capo!
A volte le manca la forza
di far cadere una mosca in volo.
Più di un bruco
la batte in velocità.
Tutti quei bulbi, baccelli,
antenne, pinne, trachee,
piumaggi nuziali e pelame invernale
testimoniano i ritardi
del suo svogliato lavoro.
La cattiva volontà non basta
e perfino il nostro aiuto con guerre e rivoluzioni
è, almeno fin ora, insufficiente
.
I cuori battono nelle uova. Crescono gli scheletri dei neonati.Dai semi spuntano le prime due foglioline,
e spesso anche grandi alberi all'orizzonte.
Chi ne afferma l'onnipotenza
è lui stesso la prova vivente
che essa onnipotente non è.
Non c'è vita
che almeno per un attimo
non sia immortale.
La morte
è sempre in ritardo di quell'attimo.
Invano scuote la maniglia
d'una porta invisibile.
A nessuno può sottrarre
il tempo raggiunto.
 


 Wislawa Szymborska







3 commenti:

❀~ Simo ♥~ ha detto...

Cara, a volte bisogna trovare il coraggio di aprile le porte del dolore....sfogarsi e confidarsi con gli amici veri può portare sollievo
Un abbraccio

millydilorenzo.blogspot.it ha detto...

Grazie infinite Simo. Ognuno di noi ha delle chiavi "dimenticate" ... Un abbraccio. E un sorriso. ^_^.

Anonimo ha detto...

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