martedì 15 maggio 2012

"Non tutto è replicabile" .

“Ci sono molti modi di essere presenti. Se due alberi si trovano l’uno vicino all’altro, sono presenti l’uno all’altro, ma in un senso del tutto esteriore ed imperfetto. Non sanno nulla l’uno dell’altro, non si preoccupano l’uno dell’altro e, nonostante la loro vicinanza, rimangono estranei l’uno all’altro.
La presenza nel vero senso della parola comincia solo nel momento in cui due esseri si conoscono spiritualmente e si mettono l’uno di fronte all’altro consapevolmente. Ciò permette loro di avere interiormente una sorta di immagine l’uno dell’altro, per cui l’altro ha, per così dire, una seconda esistenza in colui con il quale è in rapporto. E se una presenza di questo genere è mantenuta nella maggior parte delle persone che si incontrano, essa può diventare una realtà potente in chi ci conosce e ci ama. L’immagine dell’altro che ognuno porta in sé è, per così dire, carica di realtà. Anche la solitudine può essere piena della presenza dell’altro” (Balthasar).



Quando non ho ben chiaro ciò che mi sta davanti, sia questo una situazione, una persona, un fatto accaduto, ho  la stessa impressione che si ha al guardare attraverso un vetro smerigliato: si intravedono i colori, le sagome scontornate, gli oggetti dietro al vetro sono in modo poco nitido, poco chiaro, poco limpido...
Mi rendo conto che non sempre riesco a comprendere appieno quello che  mi circonda, malgrado possa nutrire un enorme desiderio di intesa, di chiarezza.
Così accade che senta/viva la presenza di alcuni come vicinissimi seppur lontani e,al contrario, di altri non la senta, pur quando invece sian proprio lì, accanto.
Allora, quando sento il  bisogno di vicinanza, ha inizio alla ricerca affannosa di coloro che so che mi possono capire, a volte anche senza dover spiegare, senza parole, dal mio silenzio, dai miei sguardi...
Si, gli amici.
Quando non li hai, ti mancano. Quando li hai, spesso, non li apprezzi a sufficienza. Quando si allontanano, li desideri, li pensi.

Domenica sera, dopo qualche tentativo a vuoto, finalmente sono riuscita a riunire alcuni vecchi amici. E' stata una gioia!
Mangiare insieme, raccontarsela... avere la sensazione di essersi salutati appena il giorno prima quando erano anni che non ci si vedeva...  Che bella , l'amicizia. 
A notte inoltrata, ho ricevuto un sms che diceva pressappoco così :"Grazie, stupenda serata, davvero. Anche un po' malinconica" .  Ci ho messo un po' a capirne il senso... Lascio ad ognuno il "coglierlo".

Ogni fase della mia vita ha avuto amici diversi, alcuni sono andati e poi tornati, altri andati per non tornare a me, altri allontanati da me, altri  perduti, altri ritrovati, altri degli ultimi anni. Ognuno un colore, un'esperienza, talvolta più di una... dipendendo dall'età in cui ci siamo frequentati.
Tutti e ognuno delle finestre sulla vita, sulla mia vita: con giornate bellissime di sole, e anche di tempesta.
Accadimenti che sono stati stupendi, vissuti in quel tempo, non in un altro. A volte avrei la tendenza di voler "rivivere" certe vicende ma non tutto è replicabile.


 
Il Vangelo di oggi parla proprio di questo.
Che gli amici di Gesù provassero tristezza quando Lui anticipava loro la sua partenza, era inevitabile.
Quante partenze ricordo, ognuna accompagnata da quel senso di smarrimento che fa dimenticare tutto quanto vissuto insieme per compattare tutto nell'emozione della separazione.
E', in seguito, il tempo e anche il ricordo che, pur nella sua sofferenza, leniscono la distanza e, in molti casi, rafforzano o l'amicizia stessa.
Sarebbe davvero meraviglioso che, per ogni amico che prende la sua strada, potessi rinnovare la presenza come con una "macchina del tempo" ...
Credo però che, nell'esperienza umana, sia indispensabile riconoscere quando la Vita porta altrove.
Penso alla mia esperienza di "senza terra", quando ero di là dell'oceano e pensavo all'Italia, e poi il tornare e spesso sentire nostalgia dell'Equatore... 
Restare ancoràti a esperienze passate, a volti passati... a amori passati... non permette di prendere il largo verso nuove terre.

Se Gesù avesse permesso che i suoi stessi sentimenti verso i suoi amici lo avessero convinto a restare con loro, ad evitare la salita a Gerusalemme... la nostra storia, per chi crede, sarebbe un'altra.

Se io restassi ancorata al passato, resterei in "stand by" chissà per quanto... in attesa di chissà cosa, senza rendermi conto perderei davvero molto di quel che accanto, intorno, dietro e davanti a me, la Vita mi offre.

Auguro che, tutti, riusciamo ad "andare avanti"... a "guardare avanti". A questo siamo chiamati, no? Non per nulla il Tempo, quest'invenzione che condiziona la nostra esistenza, viaggia sempre in senso orario... ovvero non retrocede. Mai.




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