mercoledì 13 giugno 2012

Mamma, lo vuoi un lopez?

Stamattina mentre pedalavo verso l'ufficio, la mia testa era come un rubinetto aperto. Migliaia di migliaia di pensieri  che facevano a botte dentro quella piccola scatola chiusa, tentando una via di fuga.

Arrivata presso la mia scrivania, ho tentato, invano, di scrivermi almeno le parole chiave di così tante idee... per poterle reinterpretare successivamente, ma niente, troppi stimoli in troppo poco spazio, il mio cervello ha fatto un defrag e poco resta.

Ci ho messo qualche giorno per riordinare sensazioni e immagini dentro me e, il  pensare d poter esprimerle in completezza è, se non  molto ardito, quantomeno impegnativo. Per la prima volta non ho nemmeno risposto a Max che,via sms, salutava tutti ringraziando per i bei giorni insieme.

In ogni caso, sono partita. Mi sono concessa un sabato pomeriggio/domenicamattinaepomeriggio per me, anche se poi non è proprio stato per me - ma a volte vale anche l'intenzione -ed in compagnia di alcune persone che non conoscevo e di altre che, invece, conoscevo un po di più, siamo stati in montagna.

Cosa mi porto a casa... queste considerazioni, alle quali, a ciascuna seguirebbe,con molta pertinenza, la domanda : "E te ne sei accorta ora?" e la conseguente risposta :"Ebbene Sì.".

 1. Il fuoco. 
Volevo rinunciare a quest'uscita per molti motivi e proprio per via del maltempo che avrebbe impedito di accendere il fuoco serale!! invece, contro ogni previsione, ha smesso - per un po'- di piovere e siamo riusciti a godere di un bel fuoco serale e notturno. Il fuoco, con il suo calore, i suoni che produce, la luce arancio, invita alla condivisione, all'apertura verso l'altro.





2. Le tende.
Ho messo in piedi per la prima volta nella vita una tenda con le mie mani. Piccola grande soddisfazione. 
Ho scoperto che è piu facile montare la tenda che dormirci.

3. Le persone.
Ognuno ha uno sguardo diverso.
Un timbro di voce proprio.
Un profumo personale.
Un sorriso esclusivo.

4. La salita.
E' strettamente personale e direttamente proporzionale ai pesi che ti porti dietro.
E non parlo solo dello zaino, penso anche, soprattutto, alla zavorra - spesso pesantissima - dei pensieri che affollano la mente. Come stamattina.

5. Dio.
Lui sta nella natura.
In ogni singola goccia di pioggia.
In ogni singolo fiore e  filo d'erba.
E sta anche dentro di te e di me, anche quando ne avvertiamo solo l'assenza.



6. Meglio non far troppe domande.
Anzi, non farne proprio.
Potrei anche avere risposte che non volevo sentire.
6 e ½. Diffidare dai "tappabuchi': il presenzialismo non è una virtù.

7. E' dura tornare a casa.

8. E' più dura ripensare a quanto bene si stava sabato sera.


Così, torno col pensiero a ieri mattina, quando Davide, il mio compagno di lavoro, mi raccontava del suo cugino padovano che abita da anni in Bolivia, sulle Ande, a circa tremila metri di altitudine e fa l'artigiano orafo. Giuseppe, il bimbo figlio di Davide chiedeva a suo padre come si trova l'oro da plasmare. E, suo cugino, risponde : "Col setaccio.".  Qualcosa o Qualcuno, poco prima di arrivare a destinazione,  mi ha messo in testa un mantra che, più ripeto, e più comprendo:  Se vuoi trovare l'oro, devi setacciare. E tanto.

Mi viene in mente la risata di Max, quando, durante la salita verso l'Ortigara,  Matteo mi si avvicina e io, cuore di mamma, penso "sarà venuto a chiedermi un bacino..." e, lui, invece, mi fa:"Mamma, lo vuoi un lopez?" . 
Sorrido.
Perchè, nonostante ciò che potrebbe sembrare, è pure dolce e gentile.
O lo è più dei miei pensieri, che non chiedono il permesso, ma arrivano come un improvviso colpo. Un lopez, insomma.

 

2 commenti:

Danila ha detto...

:)

millydilorenzo.blogspot.it ha detto...

Danila, cara compagna di "tenda" !!! Grazie di aver condiviso con me questa esperienza. ^_^. I larici non saranno più gli stessi, i sassi nei sentieri hanno altre posizioni, al nostro passaggio... Bella bella cosa! ;) !