sabato 28 luglio 2012




Innumerevoli sono le volte in cui mi sono chiesta "Perchè?", vivendo/incrociando alcune situazioni.
Altrettante sono quelle in cui, a quel "perchè" è seguito uno sguardo minaccioso dritto verso il cielo, come se i miei occhi avessero in dotazione una gigantesca lama d'acciaio costruita apposta per squarciare l'azzurro che sovrastava l'occhiataccia, in cerca di occhi Altri, ove disperdere i miei.

Ieri, uscendo dal supermercato -con la fretta che si può avere con quattro borse e una confezione da sei bottiglie di acqua minerale, ma con lo stesso orgoglio di una guerriera che anche questa volta ce la fa (...) a trasportare pesi pressochè più pesanti del mio peso corporeo - ho preso una di quelle sberle in pieno viso che non ricordavo da anni.
La mia è una metafora, ovviamente. Ma, forse, rende il dolore che ho provato, dopo tutta la premessa precedente quando, dinanzi a me, io uscivo e, loro, entravano. Erano una mamma, seguita da un passeggino, spinto dalla nonna che, però, non ho nemmeno notato; il passeggino era di un colore verde - verde speranza? - diverso dai soliti passeggini: davanti non aveva la classica sbarretta imbottita che preserva il passeggero da eventuali cadute ma, al posto di questa, un "davanzalino" in plastica e, il bimbo che vi viaggiava non era così piccolo da non poter ancora camminare anzi, forse, non camminerà mai.
Non capivo più cosa mi provocasse maggior dolore: le mie mani, segate dai manici delle pesanti buste plastificate o il mio cuore.
In una frazione di secondo ho distolto gli occhi dal bimbo, pensando che il mio sguardo potesse procurare sofferenza ulteriore alla nonna, che mi aveva di fronte, così  per qualche forma di pudore...
e, continuando per la mia strada ho scrutato il cielo.
Non credo fossero del mio quartiere ma forse si dato che, ormai, c'è un sacco di gente nuova da queste parti...

Penso a quante Pasque vive e vivrà questa famiglia. Agli Avventi e alle Quaresime...

Il Vangelo di domani ce ne racconta una delle tante vissute da Gesù: quella preceduta dalla moltiplicazione dei pani e dei pesci.  Penso che, per me, che tento di vivere la vita aiutandomi dalla Parola di Gesù, questo episodio sia una polaroid di immensità di  benedizione.

Perchè Andrea non se ne è stato zitto, sapendo che la gente era tantissima?
Io, al suo posto, mi sarei vergognata di dire che c'era qualcuno con dietro così poca roba da mangiare che nemmeno questi se ne sarebbe, forse, saziato.
Mi sarei vergognata di parlare.
Invece lui no.
E non saprò mai l'altro nome, quello del ragazzo che ha messo a disposizione il suo frugale pasto, ma, nonostante il suo anonimato, resterà per sempre  colui che ha dato tutto quello che, in quel momento, aveva.

E' quando diamo, sinceramente, con il cuore, che ciò che è intorno a noi migliora. Solo così, solo donando e mettendo cio che siamo nelle mani di Gesù.

E' una sfida, non è così semplice ...  ma, ci si può provare.... a volte sorridendo, altre a denti stretti.
Sorrido al pensiero che è proprio nei momento in cui alzo al cielo lo sguardo brandendo la mia alabarda spaziale che sento Lui più vicino a me.

Affido a Lui quell'incontro, quegli occhietti e quelli di tutta la famiglia che, chissà se reincontrerò, così, per caso...   ;-)

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