domenica 17 febbraio 2013

Oltre il silenzio e il respiro

Non stanchiamoci mai di trasmettere Speranza!
Specialmente ai nostri figli.
Ai figli che non sono nostri ma che ci incontrano, per qualche strano motivo.
Ai figli degli amici.
Ai figli di chi non ci è amico.
Ai figli.

La risposta alla disperazione non è mettere la parola Fine a questa impegnativa esperienza che è la Vita, purquando sia, talvolta, quasi invivibile.
Noi abbiamo bisogno, tutti, di speranza. Non di disperazione. Ma i ragazzi, gli adulti in divenire, molto di più.
 
Una delle mattine della settimana passata, appena dopo la neve, andavo verso l'ufficio e l'ho incontrata di nuovo, come spesso accade, perchè frequentiamo le stesse strade, praticamente ogni giorno. Lei è giovane, ed è suora, francescana, credo.
Io vado, lei viene.
La cosa che mi ha colpita, forse perchè faceva particolarmente freddo, sono stati i sandali, senza calze.
Mi son chiesta : "Chi glielo fa fare???" ...
Poi, la risposta è arrivata da sola. "Lo fa anche per me. E per te..."

Eh.. va bene, dai, L., te lo devo.

So che non è semplice comunicare. Non è nemmeno semplice evitare che, pur nella chiarezza, ci sia sempre chi legge parole non scritte, pensando di crittografare chissà quale "messaggio segreto tra le righe".
Le parole hanno un'eco personalizzabile, ed ognuno, in esse,  può leggere ciò che vuole leggere. Molto di questo dipende, nella quasi totalità dei casi,  dallo stato d'animo del lettore.
Il post precedente ne è esempio.
Colui che chiude le persiane, di solito, se non deve uscire di casa, è per barricarvisi dentro.
Non sempre, però, è sinonimo di disagio. Talvolta è solo desiderio di interiorità.
 
La settimana scorsa, e quella che la precedeva, sono state intrise di avvenimenti.
Fintantochè questi  ci raggiungono attraverso i giornali, internet, televisione, toccano i cuori quasi "di striscio", pallottole pronte a ferire, che, non entrando nelle vicende strettamente personali, magari dispiacciono ma non coivolgono.

Dieci giorni fa, di mercoledì N. ha messo fine alla sua vita.
Già, uno dei tanti che, di questi tempi, scelgono di morire anzichè vivere. Dico di questi tempi, perchè la cronaca degli ultimi mesi ci ha ormai assuefatti a notizie di questo genere. La crisi ci mette  in crisi, alle radici delle nostre stesse identità.
N.però non era un articolo del tg di turno o del quotidiano preferito; N. era il padre di un compagno di classe di Matteo.
Quando abbiamo saputo che era mancato, pensavamo a qualcosa di improvviso.
Il giorno dopo, con dovizia di particolari,è arrivata la cronaca  -cruda e distaccata-  pronunciata in diretta vivavoce dallo stesso ragazzino ad una compagna di classe: il  ritrovamento, prima, dello scritto nel quale N.si congedava dal figlio e dalla vita; il luogo dove  recarsi per il ritrovamento, in seguito, del corpo, la disperazione del ragazzino che tenta di salvarlo gettandosi sulla corda che ne trattiene vita e respiro...
 
La stessa sera di quel mercoledì mi attendeva un incontro che ritenevo davvero importante.
E' andata peggio di quanto pensassi e, a mio parere, la cosa peggiore, l'aggravante, è avere avuto la precisa sensazione che tale percezione ce l'avessi solo io.  Sai come quando ti trovi in un paese straniero e capisci benissimo quello che ti sta accadendo intorno ma non potrai mai comunicare ciò che senti dentro perchè non sai parlare la stessa lingua?

Ma la Vita è anche integrare il fuori con il dentro?... forse...

Da allora,  mi chiedo come abbiamo fatto a diventare così.

E finchè me lo chiedo, ho bisogno di silenzio.

Poi, quel che è successo lunedi. Mi riferisco ovviamente alle dimissioni di BXVI.

Fortunatamente, arriva in mio soccorso la Quaresima, tempo di silenzi e di Parola, come auguravo a qualcuno.

Entrare nel deserto per quaranta giorni.
Lasciare che il deserto, granello per granello, penetri in me.
Come il Maestro.
Questa è la via, l'unica.
Ed io sento che devo provarci.



C'è una parte della canzone vincitrice di quest'anno del Festival, che mi si attaccano addosso.

Sostengono gli eroi «se il gioco si fa duro, è da giocare!»
beati loro poi
se scambiano le offese con il bene.
Succede anche a noi
di far la guerra e ambire poi alla pace
e nel silenzio mio
annullo ogni tuo singolo dolore
per apprezzare quello che non ho saputo scegliere.

Mentre il mondo cade a pezzi
io compongo nuovi spazie desideri che
appartengono anche a te
che da sempre sei per me
l’essenziale.
Non accetterò
un altro errore di valutazione,
l’amore è in grado di
celarsi dietro amabili parole
che ho pronunciato prima che
fossero vuote e stupide.

Mentre il mondo cade a pezzi
io compongo nuovi spazi
e desideri che
appartengono anche a te.

Mentre il mondo cade a pezzi
mi allontano dagli eccessi
e dalle cattive abitudini,
tornerò all’origine,
torno a te che sei per me
l’essenziale.
L’amore non segue le logiche
ti toglie il respiro e non la sete.
Mentre il mondo cade a pezzi
io compongo nuovi spazi
e desideri
che
appartengono anche a te.

Mentre il mondo cade a pezzi
mi allontano dagli eccessi
e dalle cattive abitudini,
tornerò all’origine,
torno a te che sei per me
l’essenziale




 

4 commenti:

Danila ha detto...

grazie per aver condiviso quella canzone...talmente impegnata ad ascoltare il suono della voce del cantante non mi ero soffermata ad ascoltare il significato delle parole....quante volte non ci accorgiamo dell'essenziale, quante volte le esteriorità, il plus fa deviare la persone dalla verità!!!

Danila ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
millydilorenzo.blogspot.it ha detto...

Ciao Danila ! immagina di cantarla a Lui... Forte eh? ;-). Mi ha fatto compagnia tutta la mattina di sabato,in ufficio, l immagine di voi "pellegrini" ed io che sfrecciavo via per non arrivare tardi al lavoro !!! Mi avevi riconosciuta nonostante occhialoni e cappello, vero? ^_^. Un bacio e... Buona settimana!!! ^_^ !!

Danila ha detto...

Si , ti avevo vista all'ultimo momento, ed avevo capito che stante l'andatura tu fossi in velocità! Abbiamo vissuto una bella esperienza di pace fuori dal tempo quella mattina! ...ci vuole ogni tanto!!!!