domenica 23 giugno 2013

Signore, che devo fare?
Tanti anni fa, una persona  mi disse questa frase : “Ciò che sei, si ripercuote in ciò che fai…”.
C’è un’autenticità che non può essere mascherata, ne’ rimossa.  Nel bene e nel male.
Così, ho capito con l’esperienza, che non si può fingere sempre, nella vita - in  una vita vissuta, non vivacchiata  - perché, in ogni gesto, in ogni sguardo, in ogni atto che si compie, c’è un piccolo pezzetto inscindibile  della nostra essenza, che, anche se spesso non vorremmo, è  come l’“imprinting” ed il nostro quotidiano ne è impregnato.
Questa è la ragione per cui, nel nostro vivere, è importante, a mio parere,  teniamo sempre accese due lampade : quella della ragione e quella della fede.
 E che, dove la ragione non riesce a dare risposta al  “che devo fare”, almeno la fede ci aiuti ad affidarci a Qualcuno che, per noi, è Padre. Ad un “come è possibile fare ed essere”.

 

Signore,

A volte so benissimo  ciò “che devo fare”, ma non lo faccio, perché troppo impegnativo.

Aiutami a vincere la pigrizia del voler rimanere nel mio angolino di certezze fin troppo comode.

A volte, davanti a situazioni di dolore, di difficoltà, impegnative, non so proprio “che fare”, e mi sento inadeguata.

Ti prego, aiutami a vincere le mie paure e ad imparare a chiedere ciò che è giusto per gli altri e per me stessa.

E, nella consuetudine a trovare le “ricette pronte”, per ogni cosa, per ogni persona e per ogni situazione, fa’ Signore che io non ceda all’abitudine  di seguire le istruzioni senza pensare con il cuore, ne’ che ceda al giudizio per chi, per mille motivi, non può scegliere  di fare come vorrei io o come esso stesso vorrebbe;  insegnami ad imparare ad usare Misericordia, ad amare col cuore, più che con le parole.
Amen.

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