sabato 28 giugno 2014

Kardiognòstes

Spesso i pensieri si mettono in moto, si accendono, prendono forma, da qualcosa che li sospinge.
 
Almeno i miei...
 
può essere una canzone, un episodio, una  notizia, una frase ascoltata, uno sguardo, una foto, un incontro.
Per me, tentativo mal riuscito di essere "pensante", ogni cosa che vivo, è ricondotta alla ricerca di senso. Talvolta trascinosa, spesso frenetica.
Che poi, questo senso lo cerco per trovarlo, frequentemente,  nella fede, che mi riconduce alla "pace": se mi trovo in conflitto con quel che vivo penso :"Cacchio, è un'occasione per capire che così non si può, non si fa, non si deve, non si è..." .
E, chiaramente, quando accade il contrario, ovvero quando trovo conferma nel vissuto, di coincidenza con il mio sentire, penso :
" Meraviglia delle meraviglie, è proprio come immaginavo!"
e, il più delle volte, ciò mi commuove profondamente.

Immagino sia la pedagogia di un Dio, il mio, che non si stanca mai di sussurrarmi nell'orecchio del cuore quanto mi ama, a prescindere. Già... a prescindere.
Solo che, a volte, anzi spesso, questo Suo amarmi, così, gratis e spontaneo, mi da sui nervi.
 
Ma questa è un'altra storia.

Certo è che, guardando alcune foto di Instagram dei miei contatti, mi rendo conto che, per quanto siano diversi i luoghi, soggetti, colori, una cosa le accomuna: la Vita e lo stupore davanti ad essa.
In alcune foto riconosco ambienti che frequento diariamente ma che,sorprendentemente,  non avevo "mai visto prima", perché ogni cuore è diverso, in maggior misura di un'impronta digitale: è l'impronta di Dio, il suo imprinting.
E quanto più siamo diversi, tanto più colore, luce, reazioni, emozioni, possiamo esprimere. Bellezza allo stato puro. Ma anche prepotente malignità, a tratti.
Quel "sentirsi a casa, la propria" che leggo in didascalia ad una delle foto a cui prima facevo riferimento, mi ha fatto pensare alla mia vicenda, al mio vissuto.
Mi son messa a cercare
 quando e come mi sento/mi sono sentita/mi sentirò "a casa".
Una sensazione che è strettamente legata, secondo me, al grembo materno.
Forse per questo così poche, rarissime volte, l'ho provata.
Ma mi accorgo, anche, che è questione di cuore.
Sempre lui!
Si, perché  casa,  guarda caso il nome del mio blog, è anche lui, il cuore, ove abito IO.
 
Questo luogo di me stessa, dentro.  In un tempo i cui mi sento proiettata, anche controvolontà, all'esterno, in sovrabbondante esposizione, la mia costitutiva natura mi chiede di guardarmi dentro.
E la cosa peggiore è che, al non darle ascolto, prepotentemente, si prende il suo spazio.
Perché ne ha bisogno -di nutrizione, di cure, di attenzioni- IO ne ho bisogno.
Crediamo, ci illudiamo che il prenderci cura del corpo, delle necessità puramente fisiche ci faccia stare meglio, senza ricordare che siamo anche anima. E che anch'essa necessita di cure.
 
Ecco perché qualche volta "non mi sento a casa", sento che mi "manca qualcosa" che non riesco a raggiungere, od in minima parte. Perché tralascio quanto mi rende "speciale": il mio cuore.
 
Ecco "la chiave" - perché in ogni casa che si rispetti, c'è una via d'ingresso- Quella chiave che mi consegna il mio Maestro, per la mia felicità e per quella di quanti pone accanto a me.
 
Quando riconosco che nella misura in cui il mio cuore prende la forma dell'Amore, io potrò essere Luce per gli altri. Quando riconosco, come credente, che sei TU il Figlio del Dio Vivente... Mt 16,13-19
Che ama, perdona qualsiasi caduta, sostenendomi ed incoraggiando ad  impegnarmi a rialzarmi ed essere Persona Nuova. Che sorge di nuovo, che ri-sorge. ;-)

Questa è la chiave del Paradiso, già qui, in terra, in mezzo a noi, con noi.




 

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