domenica 17 maggio 2015

Mani, sguardi e stupore

Tra i programmi televisivi che preferisco, c'è Ulisse, il piacere della scoperta.
L'argomento di ieri sera era "La Giungla".
Non ho il televisore in cucina, quindi andavo e venivo, rassettando la cucina e pensando già alla giornata successiva.
Mi ha colpito molto un servizio su una popolazione indigena che vive isolata dal resto del mondo, ancora come uomini primitivi, e sull'impatto causato dall'arrivo della troupe, con tutto l'armamentario di oggetti, strumenti, persone.

E' pazzesco come la mimica facciale e le reazioni fisiche siano capaci di saltare oltre le difficoltà comunicative che una lingua diversa o sconosciuta, potrebbe creare: i loro volti mutavano in base allo stato di ansia o gioia o paura, ma, soprattutto, gli sguardi : incredibilmente limpidi e parlanti. 

Incapaci di spiegarsi come potesse, quello che sembrava un uomo a tutti gli effetti, con due gambe, due occhi, due braccia, una testa una bocca, un naso e tutto il resto, avere la pelle di quel colore: chiara!
E, così, permessa dagli sguardi una maggior confidenza, le mani hanno timidamente stretto quelle del giornalista, per poi andare verso il polso, avambraccio, spalle, cercando di "togliere" quella patina biancastra, ma niente, non veniva via, era proprio il suo colore!
E poi, più su, fino sopra la testa, ai capelli, quei filetti troppo dritti e morbidi, rispetto ai cespugli ispidi e neri a cui erano sin d'ora abituati...

Mani e Sguardi. 
A riportarmi all'essenzialità dell'essere umano, fatto di sguardi e di conseguenti strette, abbracci, carezze o pugni, sberle.
Penso che, nel mio tempo,  spesso confondo azione a parola. Ed entrambi  perdono di autenticità.

Vedere quei volti, scorgere quelle emozioni epidermiche e non schermate come quelle dell'Homo Digitalis, mi ha fatto così bene, mi è arrivato dritto al cuore.

Lo sguardo stupito della prima volta. (sto pensando ad una qualche occasione)
Lo sguardo intimorito della prima volta. (penso ad un momento )

E poi penso a quegli altri  due tizi del racconto degli Atti, che, seppur in modo gentile, prendono in giro, gli undici nella prima lettura di oggi. 
Mi verrebbe quasi da prenderli per i bavero e dar loro  due ceffoni a testa (cosa che non farei mai...)

Provaci tu, a non stupirti, allora !

Prova tu a non spaventarti ! 

Quante volte, penso, ti sei trovato da solo ad affrontare certe situazioni, inspiegabili, che ti lasciano allibito, impaurito, sgomento. A non sapere come reagire, e l'unica cosa che ti senti di fare è proprio fissare  il tuo sguardo, alla ricerca di un "perchè" il più possibilmente accettabile, proponibile?
Quante di queste volte, il tuo sguardo si è perso nel vuoto, come le tue celate richieste di aiuto, conforto, compassione?

Chissà se io non avrei fatto un bel salto, agilissimo peraltro, ad afferrare le Sue caviglie, e salire con Lui? ne sono quasi certa !
Niente, questi undici restano li, incantati. Spaventati ? forse. Meravigliati ? sicuramente.
Questo Cristo che prima subisce un martirio indescrivibile - oltrechè inaccettabile - che lo porta alla morte, quest'Uomo che dopo 72 ore, torna in Vita. E' tutto "troppo", una "follia", non solo per un'umanità di quasi duemila anni fa ma sarebbe già troppo persino per noi uomini del 2015.
Più ancora  la vicenda dell'Ascensione al cielo.

Bisogna non trovarsi da soli, e loro, per fortuna, erano in undici. Altrimenti uno, da solo, sarebbe impazzito. Di stupore. Di Gioia piena.

Ecco il primo suggerimento, che colgo per me, nella Vita: esser capaci di scegliere e scegliersi, ovvero, l'Amicizia. Ripensando ai momenti buii, trovo quanto sia stato fondamentale avere accanto un amico/amica. I motivi mettili tu, ognuno ha i propri. ^_^

Poi, tornando ai due "candidi"/candidati (guarda un po' il termine che fine ha fatto oggi....), credo che anche la loro presenza sia importante.
Eh si, perchè Empatia, il patire con, è molto importante. Ma è pure altrettanto trascendentale la Saggezza e, se ti manca, avere qualcuno od un luogo ove poterla cercare.
E' bello avere uno che, invece di ridere se cadi, ti capisce e soffre con te ma è altrettanto meraviglioso poter contare su chi ti solleva, rattoppa insieme a te  i buchi sulle tue ginocchia, e ti dia un buffetto nel sedere dicendoti "dai, rialzati, andiamo".
Oppure: "Ehy, torna qui, dove sono i tuoi piedi, a riprendere a camminare il percorso che necessariamente è qui per te".

Lo so, Candidi (angeli) che ve la state ridendo, perchè ho capito, tardi, ma ho capito....   :-) !!!



Signore, 
aiutami ad avere la capacità di stupirmi, sempre.
Come dopo l'inverno, all'apparire della prima farfalla colorata, come ogni giorno appena tiro su le persiane alla ricerca dell'alba.
Aiutami a non lasciarmi rassegnare dalla quotidianità del trascorrere e del rincorrersi del tempo, neanche nelle relazioni.
E, ogni tanto, spingimi a provare ad essere luce per chi ha bisogno, ad accorgermi di chi soffre.












Nessun commento: