lunedì 19 ottobre 2009

Di lunedì mattina,per iniziare la settimana...

Se penso che i vari "status" sono piccole chicche di vita che permetti che gli altri vedano, condividendole, è molto sorprendente leggere le sensazioni e i ritorni che gli "amici" commentano. Mi riferisco in particolare a Facebook, e ai ritorni che spesso, i miei status riportano.
Reduce da una domenica un po' particolare,nel mio status personale, ieri sera scrissi questa frase : "...molta molta confusione nel cuore.... combattuta tra fare a pugni con Dio o con il destino". Quando, qualche ora fa,aprivo il pc sulla mia pagina, ho trovato qualche riga del mio "amico" G.P. che tuttora sono parecchio stimolanti.
"Mia cara,anche se credo fermamente che c'e' un Dio non credo assolutamente che esista come lo immagina la maggior parte della gente - Quel Dio che ha creato l'universo nella sua immensita' non puo' essere coinvolto o invocato nelle nostre piccole vite - Dio non e' cristiano o mussulmano o indu' o......inserisci tu le religioni che io non ricordo. ... Quindi invece di pensare che tu possa fare a pugni con Dio o con il destino datti una riguardata dentro e segui la via che ti sembra migliore in quanto solo noi siamo i fautori del nostro proprio destino e a volte dobbiamo prendere delle decisioni che, giuste o sbagliate, condizioneranno il resto della nostra vita.Pensa sempre positivamente, credi in te stessa e guarda sempre innanziiIl passato non puo' essere cambiato e il futuro e' sempre incerto. Vivi nel presente e prendi ogni gorno come se fosse il primo o l'ultimo della tua vita, con gusto e con cipiglio."

Mi chiedo: come lo immagina la maggior parte della gente, questo Dio?
Davvero non può essere coinvolto o invocato nelle nostre piccole vite?
Siamo noi i fautori del nostro proprio destino?

Si, G.P. probabilmente ignora la ragione per cui ieri sera, con il cuore colmo di dolore ho scritto quello status. Però è interessante la sua posizione sulla vita. Frequentemente, nell'incontrare le persone, percepisco questo approccio; più spesso ancora, mi rendo conto che è questa precarietà a rendere l'uomo triste. Dal di dentro del suo cuore.
Le stesse frasi, con qualche parola di differenza, le aveva pronunciate qualche ora prima una carissima amica,il cui marito è affetto da moltissimi anni di una forma lenta quantomai inesorabile di sclerosi multipla. E io non sapevo cosa dirle.
Ci sono situazioni così incredibilmente angoscianti, dove senti che il destino ha proprio voglia di divertirsi a rendere la vita invivibile a certe persone... e quando,inevitabilmente ti viene rivolta la domanda: "Perchè?Perchè il tuo Dio resta muto e immobile davanti a tutto questo?" io resto in silenzio.
Mi verrebbe da sussurrare solamente che Dio in tutto questo non c'entra niente, che Lui ci vuole felici... mi verrebbe da abbracciarla, come ho fatto... in silenzio.
Anche io, GP, credo che si possa vivere nel presente e prendere ogni giorno come se fosse il primo, o l'ultimo, ma una vita spesa per se stessi, è una vita vana. C'è qualcosa in più di tutto questo. Non può non essere così. Non può solo essere tutto "un futuro incerto": questo è nevrosi.
Nella misura in cui io mi spendo per migliorare un po',anche solo qualche minuto della vita di un'altra persona, il mondo è già migliore di qualche minuto prima. E questo mi rincuora moltissimo. Nonostante tutto il dolore. E certamente sì: con gusto e con cipiglio, ma soprattutto con Amore!

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