mercoledì 28 ottobre 2009

Stamattina ho discusso a lungo su un tema che ogni giorno mi prende sempre di più : il coraggio di essere se stessi. Sono giunta alla conclusione che per averlo, questo coraggio, bisogna prima capire e "carpire" chi si è ed esserne veramente convinti. E' vero, molto spesso mi trovo ad essere estranea a me stessa, incapace di riconoscermi in atteggiamenti e reazioni così diverse da come mi immaginavo...  ma è pur vero che alcune convinzioni che sono interiorizzate, non possono non manifestarsi, non possono non rendersi palesi, altrimenti non si tratterebbe di reali convinzioni. O no?
La difficoltà sorge quando, specie di questi tempi, testimoniare un certo stile di vita diventa incompatibile con ciò che mi circonda. E allora ecco che riemerge una frase di domenica sera. A casa di amici, si parlava dell'ideale e del reale...

Continua ad incuriosirmi quella frase di Luca 18 : "Ma quando il Figlio dell'uomo tornerà, troverà ancora fede sulla terra?" ...  e' forse questo il martirio che ci tocca, qui ed ora? E perchè dev'essere così dura conquistare la propria fede con i denti, giorno dopo giorno? E testimoniarla nel quotidiano? Le tre domande non sono disgiunte per caso.

Non è semplice, ad esempio, spiegare a un bimbo di 10-11 anni che Halloween non fa parte della nostra cultura. Ne' del nostro stile di vita. Che non sono felice se lui vuole festeggiare una tradizione non mia e che non è un mio capriccio. Pur dandogli tutte le migliori motivazioni del caso, la sua sensazione di "diversità" nei confronti degli altri, rimane. E allora mi arrabbio perchè penso che ci vuole coraggio a restare se stessi, ma anche tanta convinzione. E che se non iniziamo noi adulti, chi lo farà per noi?! E, a volte, mi sento sola. Troppo spesso agiamo come se tutto fosse concesso, visto che lo fanno gli altri, con tale e tanta superficialità che non ce ne rendiamo nemmeno conto.
Eppure, in questo modo, diventiamo persone sempre più "appannate", se può essere usato questo aggettivo, "non limpide". E cambiamo di continuo le regole del gioco, mentre c'è tanto bisogno di "punti fissi", non può non essere così, viceversa si andrà alla deriva.
Io ho sempre combattuto l'idea di avere la verità in tasca, e diffido da coloro i quali vorrebbero spacciarsi per quelli che hanno mille certezze e nessun dubbio.
Credo anche che avere uno stile di vita cristiano abbia un grande vantaggio: potere affidarsi ad una Persona che ci ama e che desidera la nostra felicità, che vuole mettersi accanto a noi e condividere il nostro cammino e non ci porta "per scorciatoie". Chi frequenta i sentieri di montagna sa che la scorciatoia  è, magari, più veloce ma molto spesso  più intricata e faticosa, perchè più ripida.  Lui, invece, vuole percorrere ogni centimetro della nostra strada, con le curve, le salite, le discese... sperimentare questa sua vicinanza, quasi fisica, è un lieto evento, che non ci può lasciare indifferenti, dal quale non si può restare gli stessi di prima. Pur nella fatica, penso che sia necessario perseverare e non perdersi d'animo: tenere i denti stretti e avere il coraggio di dirlo con la propria vita. A volte anche senza parole.

SPANISH VERSION
Esta maňana discutì un buen rato sobre un tema que me agarra cada vez màs: el valor de ser si mismos. He llegado a la conclusiòn de que, para conseguirlo, este valor, primero hay que entender y comprender quien se es, y estar realmente convencidos de serlo. Es verdad, muya amenudo me encuentro a ser extraňa de mi misma, incapaz de reconocerme en actitudes y reacciones tan diferentes de como me imaginaba... sin embargo es tambièn verdad que algunas convicciones interiorizadas, no pueden no manifestarse, no pueden no volverse reales, de otra manera no se trataria de convicciones reales. O no?


La dificultad nace cuando, especialmente de estos tiempos, atestiguar un cierto estilo de vida, se vuelve incompatible con lo que me rodea. Y entonces, ahi surge una frase, del domingo por la noche, en casa de amigs, endonde se hablaba de lo ideal y lo real...



Continua a causarme curiosidad esa frase de Luca18 "Cuando el Hijo del Hombre voLverà, encontrarà aùn Fe en la tierra?" ... es , quizàs èste el martirio que nos toca, aqui y ahora? Y por què tiene que ser tan dura la conquista de la propia fe, dia tras dia? Y atestiguarla en lo cotidiano? las tres preguntas no son separadas a caso.



No es simple, por ejemplo, explicarle a un muchachito de 10-11 Aňos que Haloween no nos pertenece culturalmente. Ni es parte de nuestro estilo de vida. Que no no soy feliz si quiere festejar una tradicion que no siento mia, y que no se trata de caprichos. Aun dandole todas las mejores motivaciones posibles, su sensacion de diversidad con respecto a los demàs permanece. Y entonces me enojo porque pienso que hay que tener valor a ser si mismos, y mucha conviccion. Y si no comenzamos los adultos, quien lo harà por nosotros? en nuestro lugar? Y a veces, me siento sola. Demasiado seguido actuamos como si todo fuese concedido, ya que todo el mundo hace asi, con tal y tanta superficialidad que ni siquiera nos damos cuenta.

Sin embargo, de esta manera nos volvemos personas cada dia màs "opacizadas". Y cambiamos continuadamente las reglas del juego, mientras nos hace mucha falta "puntos fijos" , no puede ser lo contrario, el precio es la deriva.

Siempre he conbatido la idea de tener la verdad en mis bolsillos, y desconfio de los que quisieran darse por los dueňos de todas las certezas, sin ninguna duda.

Creo que tener un estilo de vida cristiano tenga una gran ventaja : poder dejarnos en las manos de una Persona que nos ama y que desea nuestra felicidad, que quiere ponerse a nuestro lado y condividir el camino, sin hacernos recurrir atajos. El quiere recurrir cada centimetro de nuestro camino, con las curvas, las subidas, las bajadas... experimentar esta cercania ,casi fisica, es un evento maravilloso, que no nos puede dejar indiferentes, del cual no podemos quedar los mismos de antes. No obstante la fadiga, pienso que sea necesario perseverar y no perderse de ànimo: apretar los dientes y tener el valor de decirlo con la propia vida. A veces, sin palabras.


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