venerdì 11 ottobre 2024

Sammy

Carissimi,
Se state leggendo questo scritto allora non sono più tra il mondo dei vivi. Per lo meno non nel mondo dei vivi per come lo conosciamo. Scrivo questa lettera perché se c’è una cosa che mi ha sempre angosciato sono i funerali. Non che ci fosse qualcosa di male, nei funerali, dare l’ultimo saluto ai propri cari è una tra le cose più umane e più poetiche in assoluto. Tuttavia, ogni volta che pensavo a come sarebbe stato il mio funerale, ci sono sempre state due cose che non sopportavo: il non poter esserci e dire le ultime cose, e il fatto di non poter consolare chi mi è caro. Oltre al fatto di non poter parteciparvi, ma questo è un altro discorso…

E perciò, ecco che ho deciso di scrivere le mie ultime parole, e ringrazio chiunque le stia leggendo. Non voglio lasciarvi altro che quello che ho vissuto, e visto che si tratta dell’ultima volta che ho la possibilità di dire la mia, dirò solo l’essenziale senza cose superflue o altro….

Voglio che sappiate innanzitutto che ho vissuto la mia vita felicemente, senza eccezioni, e l’ho vissuta da semplice uomo, con i momenti di gioia e i momenti difficili, con la voglia di fare bene, riuscendoci a volte e a volte fallendo miseramente. Fin da bambino, come ben sapete, la Progeria ha segnato profondamente la mia vita, sebbene non fosse che una parte piccolissima di quello che sono, non posso negare che ha influenzato molto la mia vita quotidiana e, non ultime, le mie scelte. Non so il perché e il come me ne andrò da questo mondo, sicuramente in molti diranno che ho perso la mia battaglia contro la malattia. Non ascoltate! Non c’è mai stata nessuna battaglia da combattere, c’è solo stata una vita da abbracciare per com’era, con le sue difficoltà, ma pur sempre splendida, pur sempre fantastica, né premio, né condanna, semplicemente un dono che mi è stato dato da Dio.

Ho cercato di vivere più pienamente possibile, tuttavia ho fatto i miei sbagli, come ogni persona, come ogni peccatore. Sognavo di diventare una persona di cui si parlasse nei libri di scuola, una persona che fosse degna di essere ricordata ai posteri, una persona che, come i grandi del passato, quando la si nomina, lo si fa con reverenza. Non nego che, sebbene la mia intenzione era di essere un grande della storia per avere fatto del bene, una parte di questo desiderio era anche dovuto ad egoismo. L’egoismo di chi semplicemente vuole sentirsi di più degli altri. Ho lottato con ogni mia forza questo malsano desiderio, sapendo bene che Dio non ama chi fa le cose per sé, ma nonostante ciò non sempre ci sono riuscito.

Mi rendo conto ora, mentre scrivo questa lettera, immaginando come sarà il mio ultimo momento nella Terra, che è il più stupido desiderio che si possa avere. La gloria personale, la grandezza, la fama, altro non sono che una cosa passeggera. L’amore che si crea nella vita invece è eterno, poiché Dio solo è eterno, e l’amore ci viene da Dio. Se c’è una cosa di cui non mi sono mai pentito, è quello di avere amato tante persone nella mia vita, e tanto. Eppur troppo poco. Chi mi conosce sa bene che non sono un tipo a cui piaccia dare consigli, ma questa è la mia ultima occasione… perciò ve ne prego amici miei, amate chi vi sta intorno, non dimenticatevi che i nostri compagni di viaggio non sono mai il mezzo ma la fine. Il mondo è buono se sappiamo dove guardare!

In molte cose, come vi ho già detto, sbagliavo! Per buona parte della mia vita ho pensato che non ci fossero eventi totalmente positivi o totalmente negativi, che dipendesse da noi vederne i lati belli o i lati oscuri. Certo, è una buona filosofia di vita, ma non è tutto! Un evento può essere negativo ed esserlo totalmente! Quello che spetta a noi non è nel trovarci qualcosa di positivo, quanto piuttosto di agire sulla retta via, sopportando, e, per amore degli altri, trasformare un evento negativo in uno positivo. Non si tratta di trovare i lati positivi quanto piuttosto di crearli, ed è questo a mio parere, la facoltà più importante che ci è stata data da Dio, la facoltà che più di tutti ci rende umani.

Voglio farvi sapere che voglio bene a tutti voi, e che è stato un piacere compiere la strada della mia vita al vostro fianco. Non vi dirò di non essere tristi, ma non siatelo troppo. Come ad ogni morte, ci sarà qualcuno tra i miei cari che piangerà per me, qualcuno che rimarrà incredulo, qualcuno che invece, magari senza sapere perché, avrà voglia di andare fuori con gli amici, stare insieme, ridere e scherzare, come se nulla fosse successo. Voglio esservi accanto in questo, e farvi sapere che è normale. Per chi piangerà, sappiate che è normale essere tristi. Per chi vorrà fare festa, sappiate che è normale far festa. Piangete e festeggiate, fatelo anche in onore mio.

Se vorrete ricordarmi invece, non sprecate troppo tempo in rituali vari, pregate, certo, ma prendete anche dei bicchieri, brindate alla mia e alla vostra salute, e siate allegri. Ho sempre amato stare in compagnia, e perciò è così che vorrei essere ricordato.

Probabilmente però ci vorrà del tempo, e se voglio veramente consolare e partire da questo mondo in modo da non farvi stare male, non posso semplicemente dirvi che il tempo curerà ogni ferita. Anche perché non è vero. Perciò vi voglio parlare schiettamente del passo che io ho già compiuto e che tutti devono prima o poi compiere: la morte.

Anche a solo dirne il nome, a volte, la pelle rabbrividisce. Eppure è una cosa naturale, la cosa più naturale al mondo. Se vogliamo usare un paradosso la morte è la cosa più naturale della vita. Eppure ci fa paura! È normale, non c’è niente di male, anche Gesù ha avuto paura.

È la paura dell’ignoto, perché non possiamo dire di averne avuto esperienza in passato. Pensiamo però alla morte in modo positivo: se lei non ci fosse probabilmente non concluderemo niente nella nostra vita, perché tanto, c’è sempre un domani. La morte invece ci fa sapere che non c’è sempre un domani, che se vogliamo fare qualcosa, il momento giusto è “ora”!

Per un Cristiano però la morte è anche altro! Da quando Gesù è morto sulla croce, come sacrificio per tutti i nostri peccati, la morte è l’unico modo per vivere realmente, è l’unico modo per tornare finalmente alla casa del Padre, è l’unico modo per vedere finalmente il Suo Volto.

E da Cristiano ho affrontato la morte. Non volevo morire, non ero pronto per morire, ma ero preparato.

L’unica cosa che mi dà malinconia è non poter esserci per vedere il mondo che cambia e che va avanti. Per il resto però, spero di essere stato in grado, nell’ultimo mio momento, di veder la morte come la vedeva San Francesco, le cui parole mi hanno accompagnato tutta la vita. Spero di essere riuscito anch’io ad accogliere la morte come “Sorella Morte”, dalla quale nessun vivente può scappare.

Se in vita sono stato degno, se avrò portato la mia croce così come mi era stato chiesto di fare, ora sono dal Creatore. Ora sono dal Dio mio, dal Dio dei miei padri, nella sua Casa indistruttibile.

Lui, il nostro Dio, l’unico vero Dio, è la causa prima e il fine di ogni cosa. Davanti alla morte nulla ha più senso se non lui. Perciò, sebbene non c’è bisogno di dirlo, poiché Lui sa tutto, come ho ringraziato voi voglio ringraziare anche Lui. Devo tutta la mia vita a Dio, ogni cosa bella. La Fede mi ha accompagnato e non sarei quello che sono senza la mia Fede. Lui ha cambiato la mia vita, l’ha raccolta, ne ha fatto qualcosa di straordinario, e lo ha fatto nella semplicità della mia vita quotidiana.

Non stancatevi mai, fratelli miei, di servire Dio e di comportarvi secondo i suoi comandamenti, poiché nulla ha senso senza di Lui e perché ogni nostra azione verrà giudicata e decreterà chi continuerà a vivere in eterno e chi invece dovrà morire. Non sono certo stato il più buono dei cristiani, sono stato anzi certamente un peccatore, ma ormai poco conta: quello che conta è che ho provato a fare del mio meglio e lo rifarei.

Non stancatevi mai, fratelli miei, di portare la croce che Dio ha assegnato ad ognuno, e non abbiate paura di farvi aiutare nel portarla, come Gesù è stato aiutato da Giuseppe di Arimatea. E non rinunciate mai ad un rapporto pieno e confidenziale con Dio, accettate di buon grado la Sua Volontà, poiché è nostro dovere, ma non siate nemmeno passivi, e fate sentire forte la vostra voce, fate conoscere a Dio la vostra volontà, così come fece Giacobbe, che per il suo essersi dimostrato forte fu chiamato Israele: Colui che lotta con Dio.

Di sicuro, Dio, che è madre e padre, che nella persona di Gesù ha provato ogni umana debolezza, e che nello Spirito Santo vive sempre in noi, che siamo il suo Tempio, apprezzerà i vostri sforzi e li terrà nel Suo Cuore.

Ora vi lascio, come vi ho detto non amo i funerali quando diventano troppo lunghi, e io breve non sono stato. Sappiate che non potrei mai immaginare la mia vita senza di voi, e se mi fosse data la possibilità di scegliere, avrei scelto ancora di crescere al vostro fianco. Sono contento che domani il Sole spunterà ancora….

Famiglia mia, fratelli miei e amore mio, Vi sono vicino e se mi è concesso, veglierò su di voi,

Vi voglio bene.

Sammy

PS: State tranquilli, tutto questo è solo sonno arretrato..."

Ecco la lettera integrale che Sammy Basso ha scritto il 22 settembre 2017 prima di consegnarla ai suoi genitori in una busta chiusa. Oggi, venerdì 11 ottobre, giorno del suo funerale, è stata letta durante l’omelia.

domenica 29 settembre 2024

L'importanza di giocare. sempre.

Mentre ero a messa, questa mattina, pensavo che è il primo Anno Liturgico dopo molti anni che non sono -diciamo- "con le mani in pasta".
Di fatto, la mia presenza a quell'orario di celebrazione inconsueto, è comunque indicativa di grande supporto e vicinanza a chi ha raccolto il testimone ed oggi vive la giornata di "pianificazione", sulla linea tracciata dal Sinodo diocesano e dal nostro vescovo.

Ho accompagnato e accompagnerò ogni momento del loro cammino, augurando di tutto cuore fede autentica, arricchita di energie nuove e fresche, cambiamenti utili a tutta la comunità, consapevolezza dell'importanza e significato del cammino che, insieme, per tutti noi, intraprendono.

Come mi riesce e come mi è più  consono. Nel Silenzio.  Accompagno.

Chissà, forse, come desidererei anch'io, per me?
("Tutto il Bene che desidero per me, lo desidero per te"). 

Mi è balzato alla mente un ricordo, così, all'improvviso: io che, mentre tengo in braccio uno dei miei figli, ad un certo punto, le due piccole manine, una sulla guancia destra ed una sulla guancia sinistra, riportavano il mio volto ed il mio sguardo verso di loro. Succedeva spesso.
A volte era quasi un gioco, tra di noi, io che facevo finta di non dar retta e loro, a prendere tra le due manine  cicciottine la mia faccia ed inidirizzarla verso di loro.

Come a dire "Ehy, guardami, sono qui, non c'è niente di più importante di questo!".

Vero... 

Spesso in questo giorni, Ti ho preso il volto tra le mie mani e ti ho chiesto così.

Continua a tenermi in braccio, 
Ti prego. 
Continuiamo questo nostro gioco in cui ti ricordo che sono qui, anche se Mi stai tenendo stretta a Te.

Amen







domenica 15 settembre 2024

parole & silenzio

Inutile dire che, se non sto più scrivendo, non sto abitando il mio cuore... 
...forse mi ci sono proprio chiusa dentro, per un po'.
Salute, notizie, relazioni, identità, ho buttato tutto dentro e chiuso porte e finestre.
Anche quando la scrittura è- per me- terapeutica, alcuni periodi non mi permettono di averne la lucidità autentica.

Il Silenzio è  Parola.

Nel mentre, copioincollo cose, immagini, articoli, pezzi, sulle pagine di questo album che non richiede mastice ne profuma di appiccicaticcio, ma, in qualche modo, lenisce.

Buona lettura a Voi, che sentite ciò che io sento, forse anche ti più.
Vi abbraccio forte come sempre ma non smetterò di scriverlo. 

"E tu, chi senti che Io Sia?"- mi domandi, Signore.

EDL



- 𝐂𝐨𝐬𝐚 𝐩𝐞𝐧𝐬𝐚 𝐥𝐚 𝐠𝐞𝐧𝐭𝐞 𝐝𝐢 𝐦𝐞? 
- Che sei una brava persona, maestro!
-  𝐄 𝐯𝐨𝐢 𝐜𝐨𝐬𝐚 𝐩𝐞𝐧𝐬𝐚𝐭𝐞 𝐝𝐢 𝐦𝐞?
- Che sei molto più di una brava persona. 
        Tu sei il motivo per cui la vita vale la pena. 
- 𝐁𝐫𝐚𝐯𝐨 𝐏𝐢𝐞𝐭𝐫𝐨! 𝐌𝐚 𝐚 𝐜𝐨𝐬𝐚 𝐬𝐞𝐫𝐯𝐞 𝐮𝐧 𝐦𝐨𝐭𝐢𝐯𝐨? 
- Non lo so mio Signore
- 𝐀 𝐩𝐨𝐭𝐞𝐫 𝐚𝐟𝐟𝐫𝐨𝐧𝐭𝐚𝐫𝐞 𝐭𝐮𝐭𝐭𝐨, 𝐥𝐞 𝐜𝐨𝐧𝐭𝐫𝐚𝐝𝐝𝐢𝐳𝐢𝐨𝐧𝐢 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐯𝐢𝐭𝐚, 
        𝐢 𝐟𝐚𝐥𝐥𝐢𝐦𝐞𝐧𝐭𝐢 𝐞 𝐩𝐞𝐫𝐬𝐢𝐧𝐨 𝐥𝐚 𝐦𝐨𝐫𝐭𝐞. 𝐒𝐞 𝐡𝐚𝐢 𝐮𝐧 𝐦𝐨𝐭𝐢𝐯𝐨 𝐩𝐮𝐨𝐢 
        𝐚𝐧𝐜𝐡𝐞 𝐦𝐨𝐫𝐢𝐫𝐞 𝐜𝐨𝐬𝐢 𝐜𝐨𝐦𝐞 𝐟𝐚𝐫𝐨 𝐢𝐨 𝐚 𝐆𝐞𝐫𝐮𝐬𝐚𝐥𝐞𝐦𝐦𝐞.
- No Signore! Non fare più questi discorsi! 
        Niente contraddizioni, fallimenti e neppure la morte. 
        Non parlare più di cose così, continua solo a fare miracoli, 
        a incoraggiare la gente e inventare parabole. 
- 𝐏𝐢𝐞𝐭𝐫𝐨 𝐭𝐨𝐫𝐧𝐚 𝐚 𝐜𝐚𝐦𝐦𝐢𝐧𝐚𝐫𝐞 𝐝𝐢𝐞𝐭𝐫𝐨 𝐪𝐮𝐞𝐥𝐥𝐨 𝐜𝐡𝐞 𝐭𝐢 𝐡𝐨 
        𝐢𝐧𝐬𝐞𝐠𝐧𝐚𝐭𝐨 𝐢𝐨 𝐩𝐞𝐫𝐜𝐡𝐞 è 𝐒𝐚𝐭𝐚𝐧𝐚 𝐜𝐡𝐞 𝐫𝐚𝐠𝐢𝐨𝐧𝐚 𝐜𝐨𝐦𝐞 𝐫𝐚𝐠𝐢𝐨𝐧𝐢 𝐭𝐮! 
        𝐒𝐞 𝐡𝐚𝐢 𝐮𝐧 𝐦𝐨𝐭𝐢𝐯𝐨 𝐩𝐮𝐨𝐢 𝐟𝐚𝐫𝐞 𝐭𝐮𝐭𝐭𝐨! 
        𝐌𝐚 𝐬𝐞 𝐡𝐚𝐢 𝐚𝐧𝐜𝐨𝐫𝐚 𝐩𝐚𝐮𝐫𝐚 𝐝𝐢 𝐪𝐮𝐞𝐥𝐥𝐨 𝐜𝐡𝐞 𝐥𝐚 𝐯𝐢𝐭𝐚 𝐩𝐮ó 𝐫𝐢𝐬𝐞𝐫𝐯𝐚𝐫𝐭𝐢 
        𝐚𝐥𝐥𝐨𝐫𝐚 𝐨 𝐧𝐨𝐧 𝐡𝐚𝐢 𝐭𝐫𝐨𝐯𝐚𝐭𝐨 𝐮𝐧 𝐦𝐨𝐭𝐢𝐯𝐨 
        𝐨 𝐧𝐨𝐧 𝐜𝐢 𝐜𝐫𝐞𝐝𝐢 𝐯𝐞𝐫𝐚𝐦𝐞𝐧𝐭𝐞.
- Ma Signore come si può credere quando la vita va a rotoli? 
         Come si può credere davanti al dolore innocente? 
         Come si può credere quando perdi tutto? 
- 𝐏𝐢𝐞𝐭𝐫𝐨, 𝐭𝐮 𝐜𝐫𝐞𝐝𝐢 𝐜𝐡𝐞 𝐢𝐨 𝐭𝐢 𝐚𝐦𝐨?
- Si Signore!
- 𝐄 𝐚𝐧𝐜𝐡𝐞 𝐬𝐞 𝐨𝐠𝐠𝐢 𝐬𝐮𝐜𝐜𝐞𝐝𝐞𝐬𝐬𝐞 𝐮𝐧𝐚 𝐜𝐨𝐬𝐚 𝐛𝐫𝐮𝐭𝐭𝐚 
         𝐜𝐨𝐧𝐭𝐢𝐧𝐮𝐞𝐫𝐞𝐬𝐭𝐢 𝐚 𝐜𝐫𝐞𝐝𝐞𝐫𝐞 𝐜𝐡𝐞 𝐭𝐢 𝐚𝐦𝐨?
- Si Signore!
- 𝐄 𝐚𝐧𝐜𝐡𝐞 𝐬𝐞 𝐧𝐨𝐧 𝐟𝐚𝐜𝐞𝐬𝐬𝐢 𝐩𝐢𝐮 𝐦𝐢𝐫𝐚𝐜𝐨𝐥𝐢?
- Si Signore!
- 𝐄 𝐚𝐧𝐜𝐡𝐞 𝐬𝐞 𝐦𝐞 𝐧𝐞 𝐚𝐧𝐝𝐚𝐬𝐬𝐢? 
- Non te ne andare Signore…
- 𝐏𝐢𝐞𝐭𝐫𝐨 𝐝𝐞𝐯𝐢 𝐟𝐢𝐝𝐚𝐫𝐭𝐢 𝐝𝐢 𝐦𝐞! 
         𝐀𝐧𝐜𝐡𝐞 𝐬𝐞 𝐦𝐢 𝐮𝐜𝐜𝐢𝐝𝐞𝐫𝐚𝐧𝐧𝐨 𝐧𝐨𝐧 𝐬𝐦𝐞𝐭𝐭𝐞𝐫𝐨̀ 𝐦𝐚𝐢 𝐝𝐢 𝐚𝐦𝐚𝐫𝐭𝐢! 
- Ma facciamo che non ti uccidono!
- 𝐍𝐨𝐧 𝐝𝐞𝐯𝐢 𝐭𝐞𝐦𝐞𝐫𝐞 𝐥𝐚 𝐦𝐢𝐚 𝐦𝐨𝐫𝐭𝐞, 
         𝐝𝐞𝐯𝐢 𝐭𝐞𝐦𝐞𝐫𝐞 𝐬𝐞 𝐬𝐦𝐞𝐭𝐭𝐢 𝐝𝐢 𝐜𝐫𝐞𝐝𝐞𝐫𝐞 𝐜𝐡𝐞 𝐭𝐢 𝐚𝐦𝐨
- Ma certo che credo che mi ami!
- 𝐀𝐥𝐥𝐨𝐫𝐚 𝐬𝐞 𝐜𝐢 𝐜𝐫𝐞𝐝𝐢 𝐩𝐞𝐫𝐜𝐡𝐞 𝐭𝐢 𝐩𝐫𝐞𝐨𝐜𝐜𝐮𝐩𝐢? 𝐍𝐨𝐧 𝐬𝐚𝐢 𝐜𝐡𝐞 𝐥𝐚 𝐦𝐨𝐫𝐭𝐞 𝐧𝐨𝐧 𝐩𝐮𝐨̀ 𝐧𝐮𝐥𝐥𝐚 𝐜𝐨𝐧𝐭𝐫𝐨 𝐥’𝐚𝐦𝐨𝐫𝐞? 𝐏𝐞𝐫 𝐪𝐮𝐞𝐬𝐭𝐨 𝐥𝐨 𝐝𝐢𝐜𝐨 𝐚 𝐭𝐞 𝐞 𝐥𝐨 𝐝𝐢𝐜𝐨 𝐚 𝐭𝐮𝐭𝐭𝐢: «𝐒𝐞 𝐪𝐮𝐚𝐥𝐜𝐮𝐧𝐨 𝐯𝐮𝐨𝐥 𝐯𝐞𝐧𝐢𝐫𝐞 𝐝𝐢𝐞𝐭𝐫𝐨 𝐚 𝐦𝐞, 𝐫𝐢𝐧𝐧𝐞𝐠𝐡𝐢 𝐬𝐞 𝐬𝐭𝐞𝐬𝐬𝐨, 𝐫𝐢𝐧𝐧𝐞𝐠𝐡𝐢 𝐥𝐚 𝐬𝐮𝐚 𝐩𝐚𝐮𝐫𝐚, 𝐧𝐨𝐧 𝐠𝐥𝐢 𝐜𝐫𝐞𝐝𝐚! 𝐏𝐫𝐞𝐧𝐝𝐚 𝐥𝐚 𝐬𝐮𝐚 𝐜𝐫𝐨𝐜𝐞, 𝐜𝐢𝐨è 𝐪𝐮𝐞𝐥𝐥𝐨 𝐜𝐡𝐞 𝐠𝐥𝐢 𝐯𝐢𝐞𝐧𝐞 𝐜𝐡𝐢𝐞𝐬𝐭𝐨 𝐝𝐢 𝐯𝐢𝐯𝐞𝐫𝐞 𝐨𝐫𝐚 𝐢𝐧 𝐪𝐮𝐞𝐬𝐭𝐨 𝐦𝐨𝐦𝐞𝐧𝐭𝐨, 𝐝𝐢 𝐛𝐞𝐥𝐥𝐨 𝐨 𝐝𝐢 𝐛𝐫𝐮𝐭𝐭𝐨 𝐞 𝐦𝐢 𝐬𝐞𝐠𝐮𝐚. 𝐏𝐞𝐫𝐜𝐡𝐞 𝐜𝐡𝐢 𝐯𝐮𝐨𝐥𝐞 𝐬𝐚𝐥𝐯𝐚𝐫𝐞 𝐥𝐚 𝐩𝐫𝐨𝐩𝐫𝐢𝐚 𝐯𝐢𝐭𝐚, 𝐥𝐚 𝐩𝐞𝐫𝐝𝐞𝐫𝐚; 𝐦𝐚 𝐜𝐡𝐢 𝐩𝐞𝐫𝐝𝐞𝐫𝐚 𝐥𝐚 𝐩𝐫𝐨𝐩𝐫𝐢𝐚 𝐯𝐢𝐭𝐚 𝐩𝐞𝐫 𝐜𝐚𝐮𝐬𝐚 𝐦𝐢𝐚 𝐞 𝐝𝐞𝐥 𝐕𝐚𝐧𝐠𝐞𝐥𝐨, 𝐥𝐚 𝐬𝐚𝐥𝐯𝐞𝐫𝐚»

Luigi Maria Epicoco
#dalvangelodioggi #XXIVDomenicaTempoOrdindario

domenica 1 settembre 2024

quel che hai dentro

A proposito di Abitare il cuore.
A proposito del Vabgrlo di oggi.

"Tante esperienze spirituali terminano perchè esiste la pretesa contraddittoria di voler toccare il cielo senza abbracciare l'abisso dell'anima.

Si offre ciò che si ha e si è, ma solo in pochi sono pacificati con la loro parte peggiore. 
Per poter dire "Eccomi!" a qualcuno o alla vita, per poter dire "L'anima mia magnifica..." e quindi essere presente nelle cose del quotidiano, per poter dire "A te innalzo l'anima mia..." e quindi essere aperto a tutta la vita, bisogna prima acquisire familiarità con se stessi, con ogni parte di se stessi e sebbene la nostra "parte migliore" la vantiamo, la "peggiore" la nascondiamo, fino a non conoscerla, facendo danni assurdi a noi e agli altri (perchè prima o poi torna).

Cosa dai se non sai chi sei o cosa hai? 
Cosa dai se non conosci tutto lo spazio in cui puoi muoverti: dalle forze alle debolezze?

Perchè, non puoi sempre prendere (come i bambini), ma ad un certo punto devi anche dare se sei maturo... 
Ma cosa dai se non sai chi sei?

Molte persone abbandonano domande di senso poco dopo la giovinezza, accontentandosi di surrogati di risposte che le fanno vivere come vagabondi, soprattutto quando la vita aumenta e quelle domande evitate si amplificano fino a diventare insopportabili.

È così che il cuore invecchia: fermando le domande di senso sulla vita: chi sono? Perchè vivo? Qual è il mio fine?
Così, il cuore si fa duro, di "pietra" e se nel cuore non entra luce, non c'è luce da dare. 
Se nel cuore resta inquietudine, solo quella si può dare.

La vita, infatti, si decide "dentro", non fuori di noi e a dirlo non sono belle parole, ma è la prova di un bambino che cresce "dentro" la pancia e non fuori di una madre: la vita cresce sempre dentro! Nel cuore, nella parte spirituale di noi, solo lì la parte più buia può guarire. Solo da lì può uscire bene.

La rendo piu semplice.
Ieri sono salito su un Sup per la prima volta. Ho provato a stare in equilibrio impegnandomi fin da subito per questo obiettivo, ma oscillavo troppo, le gambe erano tese, non capivo quanta forza mettere nel remo per muovermi e non sbilanciarmi...

Sapete quando ho capito come stare sul Sup? 
Provando a restare in piedi, difendendomi dalla paura di cadere? 
No, tutt'altro: dopo esser caduto in acqua! Nella parte più "buia", "estrema" di quell'esercizio ho capito dov'era l'estrema distanza opposta, quella dell'equilibrio più utile a navigare. 

Senza passare per la parte più buia di noi, non possiamo scoprire la massima luce che siamo, il bene che possiamo, il dono che dobbiamo. 
A noi.
Agli altri.".

Alberto Zuccalá

domenica 19 maggio 2024

50 giorni dopo

"Benedici il Signore, anima mia!
Sei tanto grande, Signore, mio Dio!
Quante sono le tue opere, Signore!
Le hai fatte tutte con saggezza;
la terra è piena delle tue creature.

Togli loro il respiro: muoiono,
e ritornano nella loro polvere.
Mandi il tuo spirito, sono creati,
e rinnovi la faccia della terra.

Sia per sempre la gloria del Signore;
gioisca il Signore delle sue opere.
A lui sia gradito il mio canto,
io gioirò nel Signore."


Sei l unica persona con cui non ho bisogno di maschere.
Anche se ne avessi bisogno, mi conosci talmente bene che sarebbero inutili.
Il vuoto.
E il Consolatore arriva ma trova il mio cuore ferito.
Chiuso.

"Lascia fare. Fidati" mi dici.
"Faccio nuove tutte le cose".

E io rinnovo il mio si. 


giovedì 25 aprile 2024

Nella nostra quotidianità, qualsiasi sia la condizione di vita che stiamo attraversando, ci troviamo spesso a dover decidere “a cosa siamo chiamati”,ovvero, come ci poniamo davanti alle vicissitudini, con quale spirito le affrontiamo, cosa ci vuole chiedere il Signore, ponendoci proprio li, in quel tempo ed in quello spazio.. 

La risposta che diamo alle situazioni denota anche la nostra capacita di rispondere alla domanda di senso, per dare un colore, un sapore, una cornice al nostro modo di porci nel mondo.

Vocazione. Chiamata. Stasera vogliamo pensare e pregare, prendendoci cura reciprocamente  per le scelte di vita a cui siamo chiamati, a quello cui abbiamo già dato risposta e a quel che ancora attende una scelta : sia religiosa, di servizio alla Chiesa, di servizio all’umanità, di unione sponsale e sacerdotale.

Il Signore ci ama, lasciamoci amare imparando a saper ascoltare la Sua chiamata per noi e per tutti, giovani e meno giovani- affinché Lui possa guidarci, amorevolmente, a rendere visibile attraverso le nostre vite ciò che è la nostra missione nel mondo.

sabato 30 marzo 2024

l'alba. finalmente.

Nelle lunghe notti di veglia,
Quando capita di non riuscire a dormire, per pensieri, per dolori fisici, la notte sembra dilatarsi ed espandere il buio ovunque.
I minuti scorrono lenti e, ad un certo punto, dopo aver scrutato ogni centimetro di parete, ogni angolo di soffitto, inizi a sperare di scorgere qualche piccolo barlume, le prime luci del giorno.
Ti è mai capitato?
E allora ti sembra più giusto, alzarti e cercare di reagire, facendo, muovendoti, andando.
Anche se è ancora presto, troppo presto.
Anch io attendevo con ansia che le ultime tenebre della più lunga notte che seguiva i giorni più drammatici, si diradassero e arrivasse, finalmente, l'alba, per andare il più vicino possibile al mio Signore.
Nel percorrere quel cammino che mi separa dal sepolcro, mentre scendono le lacrime,
penso che non abbia importanza se, una volta lì, troverò l' enorme, spessa, fredda pietra tonda che funge da prigione, che bloccherà le mie mani dal carezzarTi un'ultima volta, dal dare un ultimo estremo gesto di cura, di Amore...
Prima o poi arriveranno anche gli altri, faremo insieme... intanto vado, anche se è presto.

Eccomi, Gesù, faccio più in fretta che posso, c'è poca luce, ancora, vado lenta. 
Ho con me un piccolo pettine, il balsamo, l unguento di Nicodemo, un po' d'acqua. 
I teli per lavarti li porta tua Madre; sarà Lei a togliere dal tuo corpo il sangue a lavare le tue ferite.
Eccomi!

Perché è aperto, qui?
Chi ha divelto il portale?!
Corro a vedere!
Dentro non c'è nessuno!
Dove sono le guardie?!
Dove Sei, Signore ? Dove... cosa...

Pietro! 
Giovanni! 
Maria ! 
Hanno portato via il mio Signore ! 

Ma Giovanni, preso tutto il coraggio possibile, è entrato. E ha capito. Abbiamo tutti capito.
Ogni cosa. In un fulgore.

La morte è stata sconfitta.

Sei Vivo.

Sei Vivo. Per sempre. Per tutti.