Durante la pedalata di stamattina, in viaggio verso l'ufficio, mi corrucciava il pensiero di non riuscire a trovare un aggettivo adeguato che possa descrivere e qualificare questi giorni, questi ultimi mesi
Non riuscire a mettere un'etichetta è davvero frustrante. E disorienta non poco.
Come materia che si plasma ad occhi chiusi, senza essere privi del senso della vista. Spiacevole sensazione.
Ci mancava pure la voce, lei, che mi tradisce e se ne va...
Così, resto senza voce. Dentro e fuori. Il chè non è per nulla privo di senso.
Qui, resto. Non fuggo.
Nemmeno dai cattivi pensieri che mi assalgono in notturne ore, tra fianco destro, e pancia in su, nelle coperte fino al collo, mio rifugio da sempre.
Voglio pensare che, pur non capendo quale sia il posto, qui ed ora, rimango. Prima o poi qualcosa in più ne verrà fuori. O almeno spero.
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