Oggi, mi colpisce questa frase della Scrittura:
nel tuo otre raccogli le mie lacrime:
non sono forse scritte nel tuo libro?"
Dal Salmo 55(56)
A volte, per mantenerle vive, occorre un impegno che di umano ha poco: direi, anzi, che ha qualcosa di "divino". Specialmente il perdonare.
Penso che anche la persona più saggia al mondo possa commettere errori e, questa, è un'affermazione molto consolante, visto che la saggezza non è tra le mie doti più spiccate...
Partendo proprio da ciò, credo sia importante, quando si vive un conflitto, riconoscere di non avere ragione: è anche una strategia, senza che questa parola abbia il sentore di "furbizia" che, spesso, le si attribuisce.
E' però altresì importante che tutto questo sia preceduto dalla volontà di "ricucire", di "ri-tessere". Senza di questa, penso che il resto sia tutto vano.
Se c'è tale volontà è più semplice esprimere quello che il cuore custodisce.
Non può esserci vero perdono se non c'è reciproca sincerità, se i cuori non si "parlano". Perchè le parole non pronunciate, quelle parole che non raggiungono o non osano raggiungere le orecchie del cuore dell'altro, resteranno sempre di inciampo, anche quando non vorremmo, anche quando non ne abbiamo la totale consapevolezza. Restano lì, a vagare, a disturbare.
Anche questo devo continuare a trasmettere ai miei figli, se desidero un mondo migliore.
Have a nice day !
^_^
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