martedì 21 luglio 2015

Rabbuni.





Prima di iniziare a leggere, ascolta questa canzone.

Lieve, leggera, un po' triste.

Oh no
here comes that sun again
that means another day
without you my friend
And it hurts me
to look into the mirror at myself
and it hurts even more
to have to be with somebody else
and it's so hard to do
and so easy to stay
but sometimes
sometimes you just have to walk away
walk away
With so many people
to love in my life
why do I worry
about one
But you put the happy
in my ness
you put the good times
into my fun
and it's so hard to do
and so easy to stay
but sometimes
sometimes you just have to walk away
walk away
and head for the door
We've tried the goodbye
so many days
we walk in the same direction
so that we could never stray
they say if you love somebody
than you have got to set them free
but I would rather be locked to you
than live in this pain and misery
They say time will
make all this go away
but it's time that has taken my tomorrows
and turned them into yesterdays
and once again you my friend
are nowhere to be found
and it's so hard to do
and so easy to stay
but sometimes
sometimes you just have to walk away
walk away
and head for the door
you just walk away
walk away



C'è stato un tempo, un paio di anni fa, in cui ho sentito fortissimo il desiderio di espandere la mia conoscenza delle lingue ed impararne un'altra.
Ma, se ci hai mai provato, da autodidatta ci vogliono alcuni ingredienti fondamentali : costanza e tempo; due cose che non ho, o non a sufficienza o non come desidererei.
Ho però memorizzato, a pappagallo, alcuni versi che,ora, non riesco più a recitare diversamente: la preghiera del Padre Nostro, in aramaico.
Chissà per quale motivo, il momento in cui il mio cuore batte davvero forte, durante le celebrazioni eucaristiche, è proprio questo, il Padre nostro. Sarà che lo sento proprio come fosse il momento, forse l'unico, in cui l'umanità ivi presente, riesce ad interpretare meglio l'"unità"/comunità.
Ed ogni volta mi commuove il pensiero che Lui, in quel momento, sia davvero li a pronunciare quelle stesse parole, con me, con noi. Ed è talmente forte questa sensazione, che ovunque io mi trovi, anche in un'altra nazione,  è l'esatta percezione di divenire un unicuum con altri esseri umani. Il  chè è ben diverso dal momento della comunione, così personale, intimo.

Ma sto divagando in pensieri troppo miei... scusami.

E' che non riesco a non pensare agli avvenimenti che si sono succeduti in questi pochissimi giorni.

Mi riferisco al ragazzo di sedici anni, morto di ecstasy al coccoricò, al ragazzo di ventidue anni che si è lanciato giù dalla finestra del commissariato, all'uomo trentaduenne che si è suicidato in cella, accusato dell'efferato omicidio del gioielliere di Roma...

Penso a cosa stiamo trasmettendo a questi nostri figli. Anche a quelli che non abbiamo, di cui non ci sentiamo per niente padri e madri, perchè di un'altra città, di un altro paese, di un altro universo.
Ma... chi sceglie di essere qui ? e, chi sceglie di essere qui Ora?

Il Tempo...

Quanto tempo è bastato per calarsi una pasticca?
Come potranno sentirsi i genitori di chi ha perso un figlio? e quelli di chi ne ha causato la morte?
E i genitori dell'uomo che ha ucciso il gioielliere? E quelli,famiglia "normalissima" del ragazzo che li ha picchiati e la mattina dopo, al posto di scendere per farsi accompagnare in ambulanza all'ospedale è salito  alcune rampe di scale per lanciarsi giù da una finestra?

E' questo rumorosissimo salire e scendere, in superficialità, cosa ci sta urlando?

Vorrei che tutti ci sentissimo un po' coinvolti, in fondo si tratta di un unicuum.
Se queste cose capitano, tutti, proprio tutti, anche chi dice di no, ne sentiamo il fruscio.
Chè poi non gli diamo ascolto, be', questo accade molto spesso.
Ignorare ci aiuta a non soffrire. O a non pensare. O a fregarcene. O no?

Non so.... io di figli ne ho due.
Ma c'è anche chi di figli non ne ha, ma indirettamente se ne prende cura, in mille modi. Nell'ambito educativo, nell'ambito lavorativo, in quello comunitario e religioso....

Io non so ma non riesco a non pensarci...
Non riesco a staccarmi dagli occhi del cuore Ludovico e l'immagine delle foto segnaletiche mentre piangeva.
Non posso non provare l'angoscia del volo di Gianluca. O di Domenico.

Proprio non ci riesco...






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