Immagina di essere in una condizione di dolore.
Non importa se fisico o mentale, poco cambia.
Immagina di esserlo da 38 anni.
38 anni.
Una vita.
Cosi tanto tempo che, forse, non hai nemmeno più nostalgia di quando stavi "bene"; Stavi davvero bene ? E, quanto bene stavi? te ne accorgevi ?
Di punto in bianco qualcuno ti offre la possibilità di stare meglio.
Ti chiede "vuoi guarire?", cioè, nel tuo cuore, davvero vuoi guarire ?
Tornerai ad essere "quello di prima" ?
Tornerai mai a esserlo ?
Il tempo che stiamo tutti attraversando, lo stiamo facendo ciascuno per conto proprio, da soli, ma ho la sensazione che, mai come ora, siamo tutti presi per mano, uno con l'altro.
Se non altro ci sentiamo un po' tutti uguali...
Alcuni di noi, non ce la fanno più a reggere questa reclusione forzata. Sentono come se stessero chiusi in casa da una vita...
Cosa accadrà nei prossimi giorni, nelle prossime settimane e,via via, nei prossimi mesi, quando, tutto sarà finito, se mai lo sarà, nessuno può saperlo.
A me pare solo che, anche, una volta fuori da questo momento, non sarà più la stessa cosa, la stessa vita.
Abbiamo- come non mai- capito quanto siano fondamentali il calore, il tatto, una parola, un abbraccio. Siamo stati messi di fronte alle nostre più gravi fragilità. Alla paura della morte, alla vulnerabilità.
Ci siamo sfidati- chi più, spero tutti, chi meno, spero nessuno- nell'impegno del rispetto delle regole per un Bene che oltrepassa il proprio.
Sto imparando a ascoltarmi, di piu.
Sto osservando come altri si ascoltano o ignorano se stessi.
Sto capendo attraverso i pochi mezzi di cui dispongo, quanto sia difficile essere fedeli. Fedeli alle proprie convinzioni, alle proprie idee, ai propri affetti.
Eppure, se dovessi prendere tutto questo insieme, tutta questa fragilità, unicità e specificità mi fanno amare ancor di più il paralitico che c'è in me e in ciascuno di noi.
Tutte le certezze e le barriere che ci mettiamo, mascherine chirurgiche comprese, ogni cosa concorre alla realizzazione di un Bene che, nel nostro piccolo, ciascuno di noi può realizzare, se vuole.
Mi passano tutti davanti, "scendono tutti prima di me" ... situazioni abbastanza comuni, no ?
"sono stata la mattina presto al supermercato così ho riempito il carrello" ... e chi arriva piu tardi cosa trova ?
"per fortuna sono stata presto in farmacia cosi ho trovato le mascherine" ... e quante ne hai prese?
Pensiamoci, sempre. Ogni volta che siamo noi ad arrivare tardi e non trovare niente. O ogni volta che siamo tentati ad arrivare prima degli altri, a scavalcarli anche.
E ogni volta che assistiamo a scene di prevaricazione.
Dobbiamo essere le gambe, i piedi, le mani, gli occhi, le bocche, le orecchie del Bene . Quale migliore Quaresina?
Perche, anche se non ce ne rendiamo conto, anche quando non lo vorremmo, la Resurrezione è gia dentro di noi.
"Ricorreva una festa dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. A Gerusalemme, presso la porta delle Pecore, vi è una piscina, chiamata in ebraico Betzatà, con cinque portici, sotto i quali giaceva un grande numero di infermi, ciechi, zoppi e paralitici.
Si trovava lì un uomo che da trentotto anni era malato. Gesù, vedendolo giacere e sapendo che da molto tempo era così, gli disse: «Vuoi guarire?». Gli rispose il malato: «Signore, non ho nessuno che mi immerga nella piscina quando l’acqua si agita. Mentre infatti sto per andarvi, un altro scende prima di me». Gesù gli disse: «Àlzati, prendi la tua barella e cammina». E all’istante quell’uomo guarì: prese la sua barella e cominciò a camminare.Quel giorno però era un sabato. Dissero dunque i Giudei all’uomo che era stato guarito: «È sabato e non ti è lecito portare la tua barella». Ma egli rispose loro: «Colui che mi ha guarito mi ha detto: “Prendi la tua barella e cammina”». Gli domandarono allora: «Chi è l’uomo che ti ha detto: “Prendi e cammina”?». Ma colui che era stato guarito non sapeva chi fosse; Gesù infatti si era allontanato perché vi era folla in quel luogo.
Poco dopo Gesù lo trovò nel tempio e gli disse: «Ecco: sei guarito! Non peccare più, perché non ti accada qualcosa di peggio». Quell’uomo se ne andò e riferì ai Giudei che era stato Gesù a guarirlo. Per questo i Giudei perseguitavano Gesù, perché faceva tali cose di sabato."
Parola del Signore
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