sabato 16 settembre 2023

Cosa ti abbuono?

"Abele e Caino s’incontrarono dopo la morte di Abele. Camminavano nel deserto e si riconobbero da lontano, perché erano ambedue molto alti. I fratelli sedettero in terra, accesero un fuoco e mangiarono. Tacevano, come fa la gente stanca quando declina il giorno. Nel cielo spuntava qualche stella, che non aveva ancora ricevuto il suo nome. Alla luce delle fiamme, Caino notò sulla fronte di Abele il segno della pietra e lasciando cadere il pane che stava per portare alla bocca chiese che gli fosse perdonato il suo delitto. Abele rispose: “Tu hai ucciso me, o io ho ucciso te? Non ricordo più: stiamo qui insieme come prima”. “Ora so che mi hai perdonato davvero” disse Caino “perché dimenticare è perdonare. Anch’io cercherò di scordare”. Abele disse lentamente: “È così. Finché dura il rimorso dura la colpa”.

J.L.Borges


Cosa ti abbuono ? 

E' bello ma anche impegnativo, forse un allenamento quotidiano, ripensare alla fine del giorno, alle mie azioni, alle vicissitudini che, diariamente, mi coivolgono direttamente e a come reagisco ad esse, 

Talvolta mi accorgo che le nevrosi di chi mi corconda, molte di esse, derivano dalla scarsa capacità di lettura dei propri comportamenti. Dal totale disorientamento a scorgere nel modo di trattare gli altri, nel modo  di reagire davanti alle situazioni, un'opportunità di crescita e, perchè no, di tirare fuori (educere?) il meglio di se, e non il peggio come, invece,  la tentazione, il più delle volte, ci porta a essere e fare.

Non è un problema trascurabile in quanto, non scorgendo l'errore in cui incorriamo, non siamo nemmeno in grado di individuarlo e correggerlo. Quindi, non ce ne pentiamo. 

Chissà quante volte durante il giorno incorro in questo tipo di situazioni?! 

Se, poi, si tratta di aver inflitto offese pesanti al prossimo (al collega, al figlio, al marito, mettici chi vuoi) ma di cui non ho consapevolezza, ancora peggio. 

Quindi, quante volte avrò deluso l'Amore che, anche a mia insaputa, mi viene elargito ? quanto spesso, senza rendermene conto, mi Avrai perdonato? 

Infinite. 

Lo scontrino, il mio,  sarà così lungo da fare varie volte il giro della Terra. 

Fortunatamente Tu non usi la mia stessa economia. 

L'economia di Dio è altro. E quando la usa con me, con te, ci guadagnamo sempre. Stranamente. 

No, è Amore. 

E così, come ci indica la storiella del 490, il Vangelo di domani.  

Vuol dire che c'è sempre, comunque, un momento in cui arrivando la 491, finalmente mi potrò vendicare o riscattare il debito degli altri senza più obbligo di perdono ? 

Troppo semplice. 

L'economia di mio Padre è altro. Così altro, che, amandomi, mi chiede di agire "con il cuore".  Perdona con il cuore. Non a numero chiuso. Non arriverà tutta una vita, quel 491.  Perchè chi Ama, è abitato da sentimenti diversi. E abita luoghi del cuore che lo rendono simile al Padre , che rimette a noi ogni colpa (cosi vorremmo essere amati per ogni nostro errore) come noi rimettiamo al nostro prossimo. 

Perdonare mi guarisce. Guarisce le mie ferite sanguinanti. 

Bella, eh ? ... immagina se il mondo "girasse" cosi. Cominciamo, dai ! Continuiamo, su! 





In quel tempo, Pietro si avvicinò a Gesù e gli disse: «Signore, se il mio fratello commette colpe contro di me, quante volte dovrò perdonargli? Fino a sette volte?». E Gesù gli rispose: «Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette.
Per questo, il regno dei cieli è simile a un re che volle regolare i conti con i suoi servi. Aveva cominciato a regolare i conti, quando gli fu presentato un tale che gli doveva diecimila talenti. Poiché costui non era in grado di restituire, il padrone ordinò che fosse venduto lui con la moglie, i figli e quanto possedeva, e così saldasse il debito. Allora il servo, prostrato a terra, lo supplicava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò ogni cosa”. Il padrone ebbe compassione di quel servo, lo lasciò andare e gli condonò il debito.
Appena uscito, quel servo trovò uno dei suoi compagni, che gli doveva cento denari. Lo prese per il collo e lo soffocava, dicendo: “Restituisci quello che devi!”. Il suo compagno, prostrato a terra, lo pregava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò”. Ma egli non volle, andò e lo fece gettare in prigione, fino a che non avesse pagato il debito.
Visto quello che accadeva, i suoi compagni furono molto dispiaciuti e andarono a riferire al loro padrone tutto l’accaduto. Allora il padrone fece chiamare quell’uomo e gli disse: “Servo malvagio, io ti ho condonato tutto quel debito perché tu mi hai pregato. Non dovevi anche tu aver pietà del tuo compagno, così come io ho avuto pietà di te?”. Sdegnato, il padrone lo diede in mano agli aguzzini, finché non avesse restituito tutto il dovuto.
Così anche il Padre mio celeste farà con voi se non perdonerete di cuore, ciascuno al proprio fratello».





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