sabato 2 febbraio 2019

E chi si rimette in cammino...

Di come abbia fatto uno, che è cacciato via e condotto lontano fino sull'orlo di un precipizio da una folla, (ma basterebbero probabilmente anche solo 2/3 persone) a passare indenne, in mezzo a loro e andarsene senza un graffio, resterà per me un Mistero.
 Ai giorni nostri, quanto spesso sentiamo di donne, uomini, bimbi, che subiscono le peggiori violenze e, come finale, vengono privati anche del bene più prezioso che è la vita stessa... Lui, passando in mezzo a loro, si mise in cammino.

 Mah...

 Quel che resta dopo un litigio, dopo una forte baruffa, è tanta amarezza.

 Alla gente non piace un' opinione diversa alla propria, non accetta spesso la verità di una situazione, di una relazione, di un avvenimento. Preferisce trastullarsi nei propri pensieri, che sono tanti e, per lo più, "i piu importanti del mondo". Poco importa se chi ti è davanti è un amico, un conoscente, un collega o un parente: quello che pensi tu " è" giusto, è la migliore interpretazione che dai tu a quanto ti colpisce.

 Come oggi, da più di duemila anni è cosi palese...

 Ci sorprende ogni volta la violenza dei giornali, dei talk show, delle notizie ma... la nostra di violenza ? Quella fatta di parole cattive, di toni sprezzanti, di disprezzo verso chi non la pensa come noi al punto che se io alzo di più la voce, sono "la meglio" e tu che, magari, sei più mite di.me, sei solo robaccia, anche se hai ragione.


 Vorrei avere sempre la tua Forza, la tua capacità, Signore, di far fronte agli spintoni quotidiani, che arrivano quasi sempre in momenti in cui già il mio equilibrio è precario. 

Vorrei riuscire ad infondere un po' del tuo modo in me stessa, nel mio cuore, ché Tu, quando hai camminato in mezzo a loro e ti sei rimesso in cammino, hai messo da parte il rancore, non lo hai covato alla ricerca di un'occasione di rivincita o vendetta.

 No, non Ti mollo.
Anche quando taccio. E Tu, lo sai. 






VANGELO (Lc 4,21-30)  Gesù come Elia ed Eliseo è mandato non per i soli Giudei.  + Dal Vangelo secondo Luca In quel tempo, Gesù cominciò a dire nella sinagoga: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato».  Tutti gli davano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca e dicevano: «Non è costui il figlio di Giuseppe?». Ma egli rispose loro: «Certamente voi mi citerete questo proverbio: “Medico, cura te stesso. Quanto abbiamo udito che accadde a Cafàrnao, fallo anche qui, nella tua patria!”». Poi aggiunse: «In verità io vi dico: nessun profeta è bene accetto nella sua patria. Anzi, in verità io vi dico: c’erano molte vedove in Israele al tempo di Elìa, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; ma a nessuna di esse fu mandato Elìa, se non a una vedova a Sarèpta di Sidòne. C’erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Eliseo; ma nessuno di loro fu purificato, se non Naamàn, il Siro». All’udire queste cose, tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno. Si alzarono e lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costruita la loro città, per gettarlo giù. Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino. 

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