martedì 25 febbraio 2020

q.b.

Per le persone limitate come me, il "quanto basta" (q.b.) è un grande motivo di arrabbiatura.
Non si può pensare che, per chi è negato come me, abituato a seguire linee guida, istruzioni, ricette e quant'altro, si comprenda il quanto basta come unità di misura. E così, affrontare un'impresa sapendo che non si potrà seguire una traccia ben precisa, a livello culinario, è terribilmente angosciante. 
Ma il q.b. è davvero soggettivo : ciò che è abbastanza per me, può non essere sufficiente per te.
Dipende dai gusti? Dal momento? Dal grado di capacità di pensiero/sensazione ? 

Quaresima. 
Domani. 
Anomala. 
Arriva così, in condizioni talmente straordinarie da sbalordirmi, quasi stordirmi. 

Il senso di comunità che da qualche tempo ho perso, di punto in bianco mi si e rovesciato addosso come un cold water challenge, di qualche tempo fa. Un secchio di acqua gelida. Dissetante ? Svegliante? Quanto basta...
E di punto in bianco mi sento un po' persa, come se avessi smarrito l'identità del mercoledi delle ceneri, in un vortice di sentimentalismo, che bene non fa alla fede autentica. 
Forse tutto questo che sta capitando, che ci sta capitando, è davvero in qualche modo provvidenziale, come comunità di persone credenti. 
Non tutto, certo. 
Ma le circostanze mi permettono di vedere,  seppur da lontano, che è fondamentalmente necessario misurarmi con alcune esperienze, per cpoter coglierne il tesoro, l'essenza distillata in piccoli momenti, in cui, poco a poco, prendo consapevolezza di quanto sia importante per me in particolare, ma per tutti in generale, la dimensione comunitaria della nostra fede, sulla quale essa stessa si basa e senza la quale non è completa l'esperienza di Cristo, in me e nell'altro. L'una attingente all'altra. 
Forse era necessario, almeno per me, esserne forzatamente privata, in un obbligo collettivo e non per dispensa di temporanea singola indisposizione; saperci ciascuno separato, ma in preghiera, fa sentirci meno soli, nonostante tutto. 
Si, a me rende triste. Insomma, francamente, in un momento di particolare debolezza che ormai si protrae da più di quanto basterebbe, ne avrei abbastanza. E invece sono chiamata a starci dentro.
Il mio non è un lamento,  anzi. 
È una prospettiva di ripartenza. Una sfida. Un nuovo andare. 
Una "quarantena" - una quarantina di giorni che, vorrei, avesse una rinascita. Altrimenti vano sarebbe il mio credo, o no? 

Buon cammino di Quaresima 2020.




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