domenica 3 aprile 2022

Ad- alterum...

Immagina di essere assieme ad altre persone.
Immagina che state parlando di qualche argomento in cui queste persone hanno bisogno di saperne un po di più e tu, per motivi di qualsiasi tipo, puoi essere d'aiuto.
State parlando, siete li da un po' di tempo, riuniti, seduti.
Tu, in mezzo ad altra gente.

Ti è mai capitato ? 

Prova ad immaginarti  questa situazione.

La prima cosa che ti verrà in mente è che, essendo a conoscenza di maggiori dettagli sull'argomento rispetto ai presenti, gli altri, se interessati a conoscere,  ti stanno ad ascoltare, giusto ? 
Quasi "pendono" dalle tue labbra. 

Tutti gli occhi sono puntati su di te, ti guardano e quello che racconti è, oltre al contenuto delle parole stesse, un insieme di tono di voce,  gestualità,  mimica facciale.
Ad un certo punto, qualcuno ti porta un esempio, una situazione e, visto che ne sai un po' di più , ti chiede cosa ne pensi....

A volte verrebbe da rispondere immediatamente, di getto... 
Personalmente, in questi casi, ho imparato a "prendere tempo", prima di articolare una risposta.
E' vero, la prima reazione , per me, è il timore.
Se ho la consapevolezza che chi mi ascolta ha un autentico  bisogno di ricevere una risposta, per me è una grande responsabilità (Responso = risposta) e , quindi, questo timore è dovuto alla sensazione che, qualsiasi cosa io dica sull'argomento su cui sono interpellata,  potrebbe cambiare la "visione" di chi sta ascoltando, proprio su quella determinata "cosa". 
Altre volte mi viene da domandarmi "dove mi voglia portare" chi mi pone la questione. 
E anche in questo caso, cerco di prendere tempo... 

Immagina se fossi posta a decidere della vita e della morte di una persona.

La vita, la cosa più sacra che abbiamo. 
Anche se non crediamo a niente. 
Stamattina leggevo una delle - tante - profanazioni della Vita, perpetuate di continuo in questi giorni di guerra, ovvero, imbottire i corpi dei morti ucraini di mine e altri aggeggi infernali, in modo che, tornati a recuperare i propri morti, vi sia altra devastazione di corpi. 
La guerra sfigura e profana ogni vita. 

Silenzio.







Il Signore, una volta in più, scende dalla  sedia su cui era seduto pochi secondi prima.
O cambia posizione, se era già seduto a terra, come preferisci. 

Si china.

Si inchina.

Guarda bene la scena : si, si inchina !  

Si, perchè, (se stai immaginando la scena)  per poter raggiungere col dito il suolo, quella terra su cui fa dei segni, deve cambiare di posizione,  abbassare il Suo sguardo, chinare la testa e i suoi occhi.

Lei, ma potrebbe tranquillamente essere un lui, è in piedi, solo, nella sua nudità, in attesa di capire che ne sarà della sua vita.  Perchè questa è la nostra storia...

Se ce ne fosse bisogno - e solo Dio sa quanto ce n'è, e ce ne sarà, per l'eternità - ci continua a dare prova, una volta in più, di come ci si può porre davanti al prossimo.

Tu sei più dei tuoi errori, dei tuoi tradimenti, delle promesse non compiute, degli obiettivi non raggiunti.

La tua dignità va oltre ! e, se la riconosciamo davvero finalmente cosi, vale anche per noi tutti;  la stessa, medesima dignità di ciascuno di noi.

Quante volte mi ritrovo ad avere le tasche piene di pietre, pronte all'utilizzo?

Quante altre volte mi ritrovo a sperare con tutto il cuore che chi ho di fronte  abbia, invece,  le tasche vuote da pesi e mi guardi disarmato e abbia voglia di darmi un'altra possibilità per ricominciare?

Tutto il Bene che desidero per me, lo desidero per te. Così, proviamoci. 



Gv 8,1-11
In quel tempo, Gesù si avviò verso il monte degli Ulivi. Ma al mattino si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui. Ed egli sedette e si mise a insegnare loro.
Allora gli scribi e i farisei gli condussero una donna sorpresa in adulterio, la posero in mezzo e gli dissero: «Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?». Dicevano questo per metterlo alla prova e per avere motivo di accusarlo.
Ma Gesù si chinò e si mise a scrivere col dito per terra. Tuttavia, poiché insistevano nell’interrogarlo, si alzò e disse loro: «Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei». E, chinatosi di nuovo, scriveva per terra. Quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani.
Lo lasciarono solo, e la donna era là in mezzo. Allora Gesù si alzò e le disse: «Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?». Ed ella rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù disse: «Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più».



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