Mio padre si chiamava Giuseppe.
Doppia festa, oggi, in Cielo, per me.
Ma, da sempre, detesto grazie a lui, i papà perfetti, quelli che non hanno bisogno di consiglio, di suggerimenti, di auguri.
Così, ogni anno, alla festa del Papà,
prego sempre per tutti i papà disastrati;
Per quelli che, come il mio, hanno avuto tanti figli, tanta simpatia, ma in un modo o nell'altro, si son fatti lontani.
Per chi non c'è più: il tempo del provare si è concluso, resta - ai fortunati- l'amore che è stato.
Per quelli che hanno fatto il possibile, ma non ce l'hanno fatta.
Per quelli che la vita ha chiesto di essere mamma e papà,
per quelli che non sono riusciti ad essere ciò che i propri figli avrebbero desiderato,
per quelli che non hanno potuto essere padri...
Ecco, l'augurio è per loro.
Per quegli uomini imperfetti, perché, se ne hanno ancora la possibilità, leggano dentro al loro cuore, al cuore di figlio che sono stati e ai desideri che in esso si celavano verso il loro di padre; parlino a quel cuore lì, per trovare l'Amore, il Coraggio e la Forza, di essere Padri che Amano.
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